M5S, indagato sindaco di Livorno. Grillo lo difende: “Vai avanti”
08 Maggio 2016
Il sindaco del Movimento 5 stelle della città toscana Filippo Nogarin finisce indagato nell’inchiesta sull’azienda locale di raccolta rifiuti, l’Aamps, per la quale il primo cittadino ha fortemente voluto la richiesta di concordato preventivo. Nell’avviso di garanzia arrivato vengono contestati falso in bilancio, concorso in bancarotta fraudolenta e abuso d’ufficio. Nel mirino ci sarebbe l’assunzione dei 33 precari in Aamps, il placet al bilancio 2014 dell’azienda (approvato dalla giunta attuale) e l’azzeramento da parte di Nogarin del cda da lui stesso nominato, ma ostile al progetto di concordato preventivo voluto dal sindaco.
Non si tratta di una buona pubblicità in vista delle ammnistrative. I continui inciampi della giunta e ora i guai giudiziari potrebbero non aiutare il partito di Grillo che a breve si giocherà una partita importante anche nella Capitale.
Nogarin ieri si è difeso su Facebook, spiegando «di aver sempre agito per il bene dell’azienda e dei livornesi. E ha aperto alla possibilità di dimissioni nel caso in cui «già durante le indagini preliminari dovesse emergere una condotta contraria ai principi del M5S». E Grillo telefonicamente gli fa sapere che è pronto a confermagli la sua fiducia, ma anche di, di Davide Casaleggio e dell’intero direttorio.
Il Pd approfitta del guaio giudiziario per partire all’attacco di M5S. Dimenticando che anche il predecessore Pd di Nogarin è indagato. «Accipicchia Luigi Di Maio, che si fa con Nogarin? Organizzi una manifestazione anche a Livorno per chiedere le dimissioni?», twitta sarcastica la vicepresidente del Pd a Montecitorio.
Il deputato Pd livornese Andrea Romano e il senatore Claudio Martini se la prendono per le dimissioni annunciate in caso di «condotta contraria ai principi del M5S», rimarcando come «non esiste una morale a 5 stelle, ma la legge italiana alla quale si deve rispondere». Anche se, aggiunge Romano, «il Pd, a differenza dei Cinque Stelle, non fa sciacallaggio».
Anche Forza Italiain, in una nota, dice la sua: «se dimissioni dovessero essere, ciò dovrebbe accadere non solo per il ricevimento di un avviso di garanzia, ma per la conclamata assenza di preparazione e capacità di amministrare dimostrate in un biennio di governo cittadino».