M5S, processo a Gambaro si sposta dal Parlamento al Web
17 Giugno 2013
di Pino Scanzi
E’ un’altra riunione fiume per gli M5S. Dura sei ore il verdetto su Adele Gambaro e la maggioranza dei parlamentari pentastellari vota la proposta di espellere la senatrice. 79 sì, 42 no, 9 astenuti. L’accusa, aver "danneggiato il movimento" con le sue accuse rivolte a Beppe Grillo.
Ma la telenovela non è finita. Perché a decidere non saranno i cittadini, né i "talebani", né i "dissidenti" come li ha definiti una parlamentare 5 Stelle a Piazza Pulita. A decidere non sarà neppure Grillo magari in gran consulto con Casaleggio. No, a decidere sul caso Gambaro sarà la Rete, il web, Internet.
Ieri sera, fior di commentatori hanno commentato che questa potrebbe essere una prova di maturità per M5S, un esercizio dialettico che forse permetterà al movimento di "degrillizzarsi" e acquisire una stabilità. Ma in fin dei conti ancora una volta i grillini si inchinano al grande totem del Movimento, la Rete, rinunciano allo streaming ma non alla "corte suprema" del web.
Internet appare dunque l’ultima spiaggia, la voce ultimativa del movimento, superiore a quella del Megafono. Di fronte alla trascendenza virtuale di M5S, ora Adele Gambaro può iniziare veramente a preoccuparsi. Ai tribunali del popolo è sempre piaciuto vedere i tribuni che cadono in disgrazia.