M5S, quel tetto occupato che non fa più scalpore

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M5S, quel tetto occupato che non fa più scalpore

07 Settembre 2013

I deputati del Movimento 5 Stelle sono scesi dal tetto della Camera, "non ci ascoltano, non potevamo fare altro", avevano detto prima della scalata al campanile. Si erano paragonati agli operai che salgono sulle gru in segno di protesta, per gridare agli italiani che loro le hanno provate tutte ma la politica non cambia, non vuole cambiare.

"Speriamo che tutto ciò sia servito", aggiungono dopo aver smobilitato tra applausi e coretti dei fan schierati di sotto. Lo striscione esposto ieri sul tetto è stato consegnato ai manifestanti. Ma per adesso, l’ultima reazione della "casta", dei questori della Camera, è adesso ripagate tutto. Grillo, nel frattempo, continua a sparare sulle riforme costituzionali e a chiedere il referendum, facendo finta di non sapere che il ddl costituzionale incardinato alle camere lo comprende già, il referendum sulle riforme istituzionali, e lo comprende in ogni caso.

"Sogniamo un Paese in cui il popolo comandi e il governo obbedisca", scrive romanticamente il comico genovese. Quello che però impressiona è la cannibalizzazione mediatica di M5S. Un’epoca fa, prima del voto di febbraio e nella preistoria del vaffa day, bastava uno starnuto a cinque stelle per mobilitare frotte di giornalisti assatanati dalla notizia. Oggi i deputati del Movimento salgono sul parlamento per occuparlo, ma non fanno più notizia.