M5S, riforme costituzionali. Grillo e Becchi contro Commissione saggi
28 Luglio 2013
di Pino Scanzi
La "tregua" fra Governo, maggioranza e M5S preoccupa Grillo. Tanto filibustering, parlamentari pentastellati che presidiano le Camere, e alla fine un bel compromesso: i decreti legge proposti dal Governo saranno votati prima delle vacanze estive e il ddl costituzionale verrà presentato in aula già dalla prossima settimana prima del voto a inizio settembre. Il timore che la situazione possa essere letta come un cedimento grillino è grance, così il Capocomico torna a sparare, sul governo "stupratore", su Berlusconi e Letta che vogliono cambiare l’articolo 138, sul tentativo dei partiti di modificare la Costituzione per "blindare il regime", sul parlamento che "non decide più nulla". Ce n’è anche per la presidente della Camera, Boldrini, "sembra vivere su un altro pianeta", per il Capo dello Stato per il Dl Fare ("Dolce far niente") e i mancati pagamenti dei debiti alle aziende. A dare manforte a Grillo ci si mette il professor Becchi, giurista e "ideologo" dei grilli, che bombarda la "Commissione per riforme" lamentando che nessun docente / esperto grillino sia stato chiamato a farne parte "La ‘Commissione per le riforme’ e dei suoi trentacinque ‘saggi’ avrà il compito di modificare la nostra Costituzione? Il potere costituito (e ‘costituito’ sulle macerie della partitocrazia), si auto-proclama potere costituente". Certo si può leggere la realtà in questo modo ma pensare che i professori universitari che compongono la commissione per le riforme siano pericolosi guardiani del regime e che la Commissione stessa sia lo strumento per un colpo di stato significa ignorare i curricula e l’autorevolezza dell’organismo e anche far finta di non sapere che la relazione scritta dai saggi non ha alcun valore redigente, visto che verrà consegnata al Governo e al Parlamento. Saranno i parlamentari a decidere se accettare o meno le proposte dei "saggi", dunque di quale colpo di stato stiamo parlando?