Ma chi lo prende sul serio sul Times?
18 Giugno 2009
di redazione
Che Richard Owen concentri tutta la sua attenzione su Silvio Berlusconi è normale visto che fa il corrispondente del Times da Roma e non è certo un giornalista che sta a rigirarsi la penna fra i pollici. Prendete la giornata di ieri. Owen ha pubblicato due pezzi, mica uno, sul Cavaliere. E non è un’eccezione ma (quasi) la regola. Roba da fare invidia all’ufficio stampa di Palazzo Chigi.
Nessuno sa come faccia Owen a conoscere ogni minima mossa di Berlusconi ma d’altra parte il metodo del cronista inglese è semplice: sorvolare l’Italia berlusconiana senza atterrarci mai davvero, volare alto, altissimo, sulle notizie, planare su quella del giorno e raccattarla per farne uno (o più) pezzi necessari a restare nella media.
Il riassunto dell’incontro fra Berlusconi e Obama, per esempio, ha una prosa, un lessico e dei contenuti da liceale – e nemmeno tanto originale. Si sono detti questo e quello, il G8, Gheddafi, in Italia tira aria di golpe (apprendiamo che “
C’è solo un aggettivo che brilla per la sua icasticità. Quando il giornalista finalmente può dedicarsi all’argomento che gli sta più a cuore e grazie al quale gli auguriamo sentitamente di vincere il premio Pulitzer: Noemi, le ire funeste di Veronica e la villa trimalcionesca in Sardegna. Quell’aggettivo è “lurid” (spettrale, livido e sensazionale) e si riferisce alla “vita privata” di Silvio Berlusconi.
Se scrivi due articoli al giorno sul Cav. e ti pagano un botto di sterline per farlo, non è detto che tu debba per forza mostrare riconoscenza verso la tua unica e sola fonte di ispirazione. Ma almeno un briciolo di buone maniere quelle sì o non erano gli inglesi i più educati al mondo? D’altra parte Owen è convinto che “tra gli italiani sia abbastanza diffuso il vezzo di prendere eccessivamente sul serio ogni cosa venga scritta, non sempre sotto forma di adulazione, dai giornali stranieri su quanto avviene nel loro Paese”. Tranquillo, Richard, mica ti prendiamo sul serio.