Ma come fa Forza Italia a tifare Tsipras?

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Ma come fa Forza Italia a tifare Tsipras?

02 Luglio 2015

Che Meloni, Grillo, Salvini e Vendola siano nel solco della spregiudicata coppia di pokeristi greci Tsipras e Varoufakis non sorprende, questa è l’era degli opposti populismi che s’incontrano, sentito uno li conosci tutti. Verrebbe da chiedergli che ne pensate dell’esposizione debitoria greca verso l’Italia (stimata tra i 40 e i 65 miliardi, che non ci sarebbero restituiti), ma la chiudiamo qui dicendo non ragionar di loro, guarda e passa.

 

Il vero problema è un altro. E’ un problema politico interno e riguarda Forza Italia, partito che in Europa fa capo al PPE, ma che tra i suoi maggiorenti tifa apertamente per l’avventurista Tsipras. Ancora nella giornata di ieri, il capogruppo Brunetta l’ha ribadito in aula durante l’informativa del ministro Padoan sulla Grecia. Da Bruxelles Tajani ha provato ad aggiustare il tiro e oggi in una lettera al Giornale di cui sono state diffuse anticipazioni nella serata di ieri Silvio Berlusconi scrive parole chiare: la Grecia fuori dall’Europa sarebbe “un disastro”, la sinistra greca è “la peggiore”, “un mix di ideologia e di demagogia anticapitalista dagli effetti disastrosi”.

 

Ma quando Silvio si domanda come mai siamo giunti a tanto, perché crescono i vari Tsipras, Podemos e Le Pen, la risposta è più vicina di quanto lui non pensi o voglia ammettere. Berlusconi è stato un leader capace di rilanci inaspettati e ha detto cose audaci ma in fin dei conti puntava sempre a obiettivi realistici e a cose fattibili come ridurre le tasse sulla casa. Qualcosa però a un certo punto deve essersi inceppato in Fi se dalla Rivoluzione liberale siamo arrivati alla benedizione della decrescita infelice.

 

Perché il nodo di fondo della vicenda greca è esattamente questo, la mancanza di una visione liberale. Tsipras si è ben guardato dal riformare pensioni, mercato del lavoro, pubblico impiego, welfare; il leader greco non aveva e non ha nessuna intenzione di cambiare il suo Paese ed è per questo che rischia di andare a sbattere sugli scogli di Itaca. Ok, c’è l’austerity. Ci sono i falchi rigoristi e la guerra dei debiti sovrani, i licenziamenti collettivi e le code davanti ai bancomat, ma se Tsipras avesse presentato anche solo lo straccio di un piano di riforme probabilmente si sarebbe aperto qualche spiraglio in più nelle paludate stanze dei bottoni europei.

 

Del resto voi che fareste se dopo aver accumulato un credito al momento di riscuoterlo vi trovaste di fronte un debitore che non vuole pagare ed è pronto a dichiarare fallimento? Applausi, abbracci e baci? Ma che bravo l’insolvente? Ditelo voi, amici di Forza Italia. Se oggi le forze antisistema avanzano è perché pezzi del mondo liberale corrono dietro al pifferaio greco come in Italia vanno al traino di Salvini. L’altro Matteo, quello della scala mobile, che manco il Lama dei bei tempi avrebbe osato tanto.

 

Le estreme rischiano d’imporsi non perché a destra manchi una forza moderata, governativa o istituzionale, ma perché ormai è sparita qualsiasi idea di una destra razionale e siamo alla follia, in una specie di allucinazione collettiva. Sembra essere in corso una modificazione genetica di Forza Italia e se Berlusconi ha davvero a cuore le sorti del partito, ma ancora di più il nostro interesse nazionale, farebbe bene a compiere delle scelte politiche precise. Perché se questa è la nuova destra allora faremo prima a parlare di fallimento della nuova destra.