Ma Delbono si fida della magistratura?
24 Gennaio 2010
di redazione
Una volta, non molto tempo fa, quando qualcuno a sinistra inciampava in una disavventura giudiziaria aveva un modo standard di rispondere, sempre lo stesso, fatto in modo da distinguersi nettamente dai modi ritenuti sguaiati e irrispettosi del Cav. e dintorni. Bastava dire: "Ho fiducia nella magistratura, la giustizia faccia il suo corso". Con il sindaco di Bologna, Falvio Delbono, la musica è cambiata.
"Non mi dimetto manco se mi rinviano a giudizio" ha detto Delbono, come se l’inchiesta fosse qualcosa che non lo riguardasse; poi ha maltrattato i giornalisti che lo assediavano fuori dal tribunale ed è filato via, senza fornire quei chiarimenti "alla città" che pure aveva promesso.
"L’idea di dimettermi non mi ha mai sfiorato il cervello", ha detto ancora il Sindaco e ha aggiunto: "So come vanno le cose ti attaccano per costingerti psicologicamente a dimetterti. Io no sono ricattabile". Chi lo attacca? Chi vuole costringerlo alle dimissioni? Chi lo ricatta? Non è dato sapere. Certo l’aplomb di un tempo è svanito completamente.
Parla il sindaco Delbono, l’uomo benedetto da Prodi, l’erede di Dozza e Imbeni, il sindaco fiore all’occhiello del "buongoverno" comunista e post-comunista e sembra di sentir parlare un berluscones qualsiasi.
Il suo partito mostra un po’ di imbarazzo ma poco più. Fosse stato un avversario, colpevole o meno di tutti gli addebiti di Delbono, ne avremmo viste delle belle. La richiesta di dimissioni sarebbe stata immediata, la bella amante ospite da Santoro, la vita privata scandagliata, fotografata e pubblicata ovunque. Vi ricordate il putiferio per i voli di Stato di Berlusconi poi finito nel nulla? Qui si parla di viaggi in Messico con amante al seguito a spese della Regione, di un bancomat fornito alla compagna da un imprenditore amico.
E tutta l’infinita tiritera che è stata imbastita per mesi su Berlusconi e "il corpo delle donne"? Firme, manifesti, appelli, femministe all’assalto, studiose indignate, magliette improbabili…Qui abbiamo un sindaco che si stufa dell’amante e da segretaria personale la sbatte a fare la centralinista. Fatti suoi? Non tanto e comunque non più.
Magari le accuse rientreranno, tutto deve essere dimostrato, ma dire non mi dimetto neppure se mi rinviano a giudizio non sembra un modo molto rispettoso di avere a che fare con la giustizia e la magistratura. Delbono ha detto che non vuole fare la fine di Del Turco e dunque non molla la poltrona su cui siede. Ma almeno per il fatto che Del Turco, dopo essersi dimesso, ha dimostrato di essere del tutto innocente, quella fine Delbono farebbe meglio ad augurarsela.