Ma dov’è Annapolis?

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Ma dov’è Annapolis?

28 Novembre 2007

Il conduttore dalla barba
rivoluzionaria dà la notizia d’apertura, con tono deciso: “Oggi alla conferenza
di Annapolis, il presidente palestinese Abu Mazen e il premier israeliano
Olmert hanno firmato un accordo per l’avvio di negoziati che dovrebbero portare
a un accordo di pace definitivo entro la fine del 2008”.

“Staremo a vedere se le cose
andranno a buon fine o se questa di Annapolis sarà l’ennesima occasione
sprecata”. Sì ma dov’è Annapolis? In quale parte del globo terracqueo si trova?
E cosa sarà mai questa conferenza? Chi l’avrà organizzata, e perché?

“Ma per saperne di più ci
colleghiamo con Annapolis dove si trova la nostra inviata Giovanna Botteri. Giovanna
a te la linea…”. Sullo sfondo notturno di acque indistinte appena illuminate,
si staglia il mezzo busto dell’eroica inviata di guerra, quella che per prima
con indomito coraggio filmò i bombardamenti che aprirono la strada all’arrivo
dei carri armati americani a Baghdad.

Ecco finalmente, è da lei che
avremo tutte le risposte: “E’ un passo storico quello compiuto oggi ad
Annapolis. Delegazioni di 49 Paesi e organizzazioni internazionali hanno
partecipato all’incontro. La speranza è che i problemi che da decenni dilaniano
questi due popoli verranno finalmente superati. Importante la presenza dei
paesi arabi e bla bla bla. Linea allo studio”. Che grinta! Ma su Annapolis
ancora niente…

Il conduttore
dalla barba rivoluzionaria riprende la parola e con intima soddisfazione passa
perentoriamente alla “Politica interna”.Non siamo a Cuba o in Corea
del Nord ma nel Belpaese. E si tratta del Tg3 di ieri, edizione della notte. Un
servizio da manuale del giornalismo militante: nessuna menzione degli Stati
Uniti, nessun riferimento a Bush, alla Rice, a nulla vagamente associabile alle
odiate stelle e strisce, nessun filmato della conferenza, di Annapolis solo
l’immagine di un non so che assimilabile a una palude avvolta nelle tenebre:
l’America per il Tg3. (es)