Ma quanti soldi girano intorno a Obama a Milano?
09 Maggio 2017
Obama ha scelto Milano come tappa del suo primo viaggio all’estero dopo aver lasciato la Casa Bianca. L’ex presidente degli Usa non sembra avere alcuna intenzione di andare in pensione o comunque di seguire la consuetudine di tutti gli ex inquilini della Casa Bianca che lo hanno preceduto e che non si sono più occupati di politica interna, ma solo di temi valoriali di ampio respiro.
Obama, al contrario, è venuto in Italia – occhiali da sole e senza cravatta, in stile para-renziano – per la solita solfa sul contrasto al “global warming”, per parlare di sanità e alimentazione del futuro. Dei tre temi in ballo forse solo l’ultimo, l’alimentazione, resta ancora un cavallo di battaglia spendibile per gli Obama, visto che le teorie sul riscaldamento globale sono state ampiamente sbugiardate, la “rivoluzione green” è stata un flop e la riforma sanitaria, l’Obamacare, è stata appena smontata dai Repubblicani al Congresso degli Usa.
I toni della visita italiana sono dunque gli stessi a cui Obama ci aveva già abituato durante la sua presidenza, l’aneddotica, invece, è tutta volutamente giocata sull’interpretare il ruolo dell’alfiere globale dell’anti-trumpismo, ogni parola fa da contraltare all’“America First” del Don. E quanto costa ascoltare il verbo obamiano? 850 euro a cranio (sarebbe utile sapere anche quanto ha preso il nostro Barack Hussein per il suo discorso, circolano cifre da capogiro). All’Hotel Park Hyatt Obama ha avuto anche un colloquio privato con Matteo Renzi, che gli ha regalato un pallone da basket con su scritto “Obama”. Insieme, poi, i due sono andati alla cena a porte chiuse nella sede dell’Ispi. All’Ispi, scelti dall’Obama Foundation, c’erano anche pezzi dell’establishment italiano, Mario Monti, John Elkann, Luca Cordero di Montezemolo e compagnia cantante.
Ma di cosa avranno parlato nel loro colloquio privato Obama e Renzi? Della vittoria di Macron in Francia, certamente, con cui, pare, i due si sono intrattenuti telefonicamente. Ma non si capisce quanto la triade, Macron, Renzi, Obama possa contribuire a rendere più “cool” l’idea di Europa, soprattutto dopo aver sentito il discorso del bel Emmanuel, un fumoso e confuso richiamo ai valori dell’Illuminismo, al passato glorioso che fu e alle illusioni progressiste del presente spezzate dall’onda “populista”.
Al “populismo”, dice Renzi nella sua enews, farà da argine il voto giovanile, l’impegno politico delle nuove generazioni; peccato che a votare Macron in Francia siano stati perlopiù gli anziani, sessantenni e settantenni, alla faccia del “change” tanto caro a Obama. Pare che Obama abbia anche detto che “Renzi ha ancora molto da dare” all’Italia. Un po’ come fece alla cena di gala organizzata alla Casa Bianca, il megaspot per il referendum renziano, con Obama, Michelle, Renzi e signora tutti pronti a festeggiare la vittoria del Sì. Invece ha vinto il NO. E questo nuovo abbraccio obamiano rischia di rivelarsi mortifero anche per le illusioni elettorali del neo segretario Pd.