Ma quanto rosicano i nostri giornaloni dopo l’incontro fra Trump e Macron
17 Luglio 2017
di Daniela Coli
Mentre l’Italia è isolata, e Trump passa da Roma solo per fare visita al Papa dopo la visita a Gerusalemme e il discorso a Ryad, mentre Gentiloni viene ignorato a Taormina e ad Amburgo, i nostri giornaloni rosicano per il tycoon americano che vola a Parigi a celebrare con Macron la festa della Bastiglia e l’amicizia franco-americana. E così, per ricordare le truppe statunitensi chiamate dai francesi in Europa nel 1917, i soldati americani e francesi sfilano insieme. Mentre da noi si parla solo di sbarchi dall’Africa – in due giorni 7.000 arrivi – e della crisi del Pd, in Europa e in America sta finendo il mondo post-45 e anche quello post-89.
La Francia ha la Raison d’État nel sangue e dopo Brexit e Trump ha eliminato con Macron i partiti del secondo dopoguerra. Il bel Macron è nazionalista e protezionista, corteggia Trump: mai alla grande parata del 14 luglio si erano sentite frasi come “Niente separerà mai la Francia e gli Stati Uniti”. Per l’Italia governativa, con l’incubo di Trump, sentire la Francia, una nazione, almeno a parole, antiamericana, pronunciare frasi simili a favore dell’America trumpista, è uno shock terminale. Festeggiato dai nostri giornaloni come il salvatore dell’Europa, Macron ha chiuso le frontiere ai migranti economici sbarcati in Italia: France first.
A parte l’Italia, in Europa i rapporti tra gli Stati diventano bilaterali. Se questa settimana il Regno Unito ha accolto con grandi onori re Felipe e la regina Letizia, la prima visita, dopo 31 anni, di un sovrano spagnolo, per trovare un accordo su Gibilterra, e un re Borbone ha parlato al parlamento britannico, Macron ha invitato Trump per discutere di politica estera. La Francia aveva sostenuto con Obama e Hillary la guerra contro Assad, oggi considera di riaprire l’ambasciata a Damasco. Musica per Putin e per Trump, che sa come sia impossibile per gli Stati Uniti non avere buoni rapporti con la Russia, con cui l’America ha in comune la lotta al terrorismo.
Questo 14 luglio la Francia ha ricordato anche la strage di Nizza. La Francia ha perso in Siria, vuole chiudere con la politica che aveva permesso ai “foreign fighter” di andare in Siria e in Iraq, Parigi vuole tornare in gioco per difendere i suoi dominions in Africa. Per questo Macron ha invitato Trump e prima Putin. In Libia, la porta dell’Africa, soffiano venti di guerra, si teme Isis, e Macron sa cosa significa. Per questo Trump è importante per la Francia, che ha sempre mantenuto ottimi rapporti con l’Egitto.
L’invito di Trump a Parigi è contro la Germania? Non proprio, Angela Merkel, ha appena varato una legge protezionista per vietare la vendita di tecnologia a stranieri, informa Eurointelligence, e i cinesi sono infuriati. Dopo Britain first, America first, France first, avremo anche Germany first? Never say never. Britain first o America first non significa isolamento. Significa che gli Stati hanno rapporti bilaterali e fanno accordi bilaterali senza passare attraverso organizzazioni internazionali come l’Ue o l’Onu.
Schengen è saltato e Marine Le Pen pensa di rinunciare alla battaglia contro l’euro. Non è più necessario: l’euro ha simboli nazionali e ha valore diverso nelle economie delle nazioni europee. In Germania è difficile trovare una famiglia tedesca con soli 1.500 euro al mese, mentre in Italia ci sono 5 milioni di italiani in povertà assoluta, famiglie con soli 1500 euro. Quando comincerà l’Italia a proteggere il lavoro e la sicurezza dei propri cittadini. A dire Italy first?