Ma Salvini vuole vincere o no?

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Ma Salvini vuole vincere o no?

01 Marzo 2017

Paolo Romani, capogruppo in Senato di Forza Italia, rilancia il tema della unità del Centrodestra: “Noi, la Lega, Fratelli d’Italia e gli altri partiti del centrodestra siamo obbligati a una coalizione, la più ampia e inclusiva possibile e a obbligarci sono la frammentazione del Pd, incastrato nel suo dibattito interno, e la forza compatta che invece esprime Grillo”, dice Romani, in una intervista a Il Foglio, evocando la “alchimia” che “Berlusconi seppe distillare nel ’94”.  “A me piace un’espressione che ha usato Gaetano Quagliariello,” aggiunge Romani riferendosi al presidente di IDEA, “partito di coalizione”. Nei giorni scorsi, sul Corriere della Sera, Quagliariello aveva indicato nel partito repubblicano Usa un modello di riferimento per il centrodestra italiano, mettendo in primo piano la questione dell’unità dello schieramento. Questione su cui è intervenuta domenica scorsa Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, aprendo alla possibilità che un centrodestra con una proposta seria, che sia capace di rimettere al primo posto l’interesse nazionale, potrebbe vincere le prossime elezioni amministrative, in prima battuta a Genova, e poi puntare al governo del Paese.

E Meloni, con Quagliariello, l’azzurro Giovanni Toti, il leghista Fedriga, Raffaele Fitto e Mario Mauro oggi erano ad una affollata assemblea, “Verso le primarie”, organizzata dal senatore di Forza Italia, Altero Matteoli, presso il centro congressi Adriano, dove il tema dell’unità dello schieramento ha tenuto banco. “L’unità del centrodestra, a partire da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, aprendo anche ad altri che non si identificano con la sinistra, è essenziale, un dovere per offrire al paese una valida alternativa di governo, dopo il fallimento di Renzi e la conseguente scissione nel Pd. Per realizzarla occorre scrivere un programma condiviso e la scelta del candidato presidente del Consiglio”, spiega Mattioli, che sulla scelta del candidato premier aggiunge: “Si può optare per la scelta stabilita di comune accordo dai leader della coalizione. Si possono fare le primarie regolamentate per legge, oppure senza una norma ma con regole precise e prestabilite. Infine, si può condividere quanto Forza Italia ha proposto nel disegno di legge sul nuovo sistema elettorale. Ogni partito indica sulla scheda elettorale il proprio candidato e alla fine diventa unico candidato-premier del centrodestra quello che ha preso più voti”,

“Abbiamo il vento in poppa – dice il governatore della Liguria Giovanni Toti – e abbiamo la possibilità di creare un nuovo inizio”. Ottimista anche la Meloni, che torna a parlare di primarie e rilancia la “clausola anti-inciucio, contro chi pensa che dopo aver chiesto il voto in alternativa al Pd pensa a un accordo con Renzi post-elettorale”. “Nessuno pensi che ci possiamo fare carico di chi è stato eletto a destra e oggi è al governo con la sinistra”, dice Meloni con un evidente riferimento agli alfaniani. “L’unità del centrodestra è qualcosa che dobbiamo non solo al nostro popolo che non chiede altro: la dobbiamo al Paese”, interviene Quagliariello. “Oggi come nel ’94 l’unità del centrodestra è l’unica proposta di governo che l’Italia può avere. Di fronte a una sinistra che si divide e a un M5S che ha scelto di essere opposizione permanente, la nostra unità è una esigenza non solo per noi ma soprattutto per il Paese”. E ancora: “La distanza fra le diverse anime del centrodestra, che esiste perché non siamo fatti con lo stampino, è oggi molto minore di quella che c’era nel ’94, quando un atto di coraggio salvò l’Italia e diede inizio a una storia che è arrivata al governo del Paese, di città, province e regioni, che si è radicata nel popolo”.  “Per quale motivo oggi dovremmo dividerci? Se guardiamo con occhi non provinciali, tutto ci dice che le nostre culture possono trovare risposte di governo più efficaci di quelle dei nostri avversari”.

A tutte queste forze politiche sta il compito di mettere da parte le differenze e di trovare un programma comune e un metodo unitario che sia all’altezza della storia del centrodestra italiano. L’idea del “listone” che comprenda ampi pezzi dello schieramento è stata ripresa negli ultimi giorni anche da Matteo Salvini, che ha aperto alla proposta unitaria “se si parla di un polo identitario che dica ‘Prima gli italiani’,” se si tratta di questo, dice Salvini, “sono pronto a ragionarci”, anche se per il numero uno della Lega Nord bisogna evitare “minestroni”. Negli ultimi giorni però, Salvini ha reagito meno positivamente alla proposta avanzata da Silvio Berlusconi, candidare il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, a leader del centrodestra; per Zaia, del resto, il leader resta Salvini. Servirebbe, insomma, una sintesi tra le diverse anime e le personalità di spicco dello schieramento, una intesa per evitare che poi ognuno alle elezioni vada per la sua strada, perdendole quasi sicuramente.

I sondaggi penalizzano un Pd che ha perso un pezzo consistente a sinistra, e che si trova anch’esso a dover ragionare in termini di coalizione (qui la spaccatura però si è appena consumata), ma anche il movimento 5 Stelle rischia di uscrine con le ossa rotte, dopo la prova a dir poco appannata del governo della Capitale; si tratta di due forze che non raggiungerebbero quindi il 40 per cento utile a ottenere il premio di maggioranza e governare. Discorso diverso per il centrodestra, che se invece si presentasse unito, come rileva oggi Termometro Politico, potrebbe strappare il colpaccio. Dunque all’orizzonte si profilano di nuovo, come in passato, orizzonti di vittoria per il centrodestra, la possibilità c’è, ma senza una intesa non si va lontano, si vince solo insieme, tutti quanti. La domanda a questo punto è se Salvini vuole vincere sì o no, pur giocandosi la carta della leadership (ma fino a quanto?), facendo gli interessi della Lega e cioè entrando con il suo partito in coalizione con le altre forze di centrodestra. Il tema, in ogni caso, adesso è l’unità dello schieramento. E da qui si riparte per capire le prossime mosse dei protagonisti in campo.