Macché rottamare il Senato! Qualcuno avverta Renzi che “la casta” è targata Pd
09 Giugno 2016
Il generale Raffaele Cadorna, durante la prima guerra mondiale, ricorreva alla decimazione per punire in maniera indiscriminata i reparti ribelli e dare un esempio a tutti gli altri del rischio che correvano ad ogni cenno di insubordinazione.
Matteo Renzi rilancia sul metodo e garantisce agli italiani che manderà a casa due terzi di quei fannulloni mangiapane a tradimento dei senatori, unica cosa che sta enfatizzando della sua proposta di riforma costituzionale scritta con i piedi, cavalcando l’anti-politica, scatenando la folla contro i politici e i partiti.
Questa sembra essere l’unica idea forte che ha il Nostro per convincere gli italiani a votare sì. Ma Matteo Renzi, oltre che Presidente del Consiglio, non è anche segretario del Partito democratico, l’unica forza politica organizzata e radicata sul territorio che è rimasta in Italia dopo il crollo della prima Repubblica?
Qualcuno ha avvertito Renzi, che non ha mai lavorato un giorno in vita sua, che negli attuali gruppi parlamentari del Pd che sostengono il suo governo sono almeno 40 tra deputati e senatori quelli che hanno indicato come unico mestiere quello di funzionario o dirigente di partito?
In giro per il territorio poi e in tutte le province italiane sono migliaia i funzionari o gli ex parlamentari del PD che occupano tutto quello che c’è da occupare a livello di potere locale: nella mia Modena, ad esempio, l’ex senatore Giuliano Barbolini è stato appena nominato presidente dell’ERT, l’ex deputato Giulio Santagata è nel Consiglio di Amministrazione dell’Auto Brennero, dove ha sostituito l’ex consigliere regionale Emilio Sabbatini nel frattempo diventato presidente della Cispadana.
L’ex deputato Ivano Miglioli è stato piazzato nel Consiglio di Amministrazione della Carimonte, l’ex funzionario Remo Mezzetti è diventato vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, sostituendo l’ex deputato Roberto Guerzoni e Vanni Bulgarelli presidente della SETA.
Quando nel mese di maggio a Firenze si è aperta una voragine nel Lungarno e il sindaco di Firenze ha dato prontamente la colpa a Publiacqua, si è scoperto che sino al 2013 amministratori di quella società pubblica, nominati dal sindaco Renzi, erano tal Maria Elena Boschi, oggi ministro del Governo Renzi, e tal De Angelis, attualmente direttore del quotidiano l’Unità.
In realtà il buon Renzi mira spregiudicatamente ad azzerare tutte le forze politiche, meno che la sua, alimentando l’odio ed il livore dei cittadini verso la “casta” dei politici mentre il suo partito occupa scientificamente a Roma come in periferia qualsiasi posto di potere.
Ecco un altra ottima ragione per votare decisamente no al referendum costituzionale proposto da questi signori, che sembra vogliano combattere partiti e politici ma in realtà odiano la democrazia e i suoi doverosi pesi e contrappesi.