Macron introduce misure repressive per la stampa
23 Maggio 2017
Il bell’Emmanuel ha già messo in moto la nuova macchina per mettere la République en marche. Nuove misure e nuovi protocolli all’Eliseo, dunque. E’ piaciuto tanto il provvedimento che riguarda la riduzione del numero di collaboratori nei gabinetti ministeriali, parecchio di meno, invece, la decisione di selezionare i giornalisti che seguiranno il presidente dei suoi spostamenti.
Sarà l’Eliseo stesso a scelgliere, infatti, i cronisti che accompagneranno Macron nei viaggi all’estero – ma anche in patria – e non più le redazioni. Un consigliere del presidente, commentando la polemica sul giornale Marianne, ha spiegato: “Indicheremo la nostra preferenza per ogni missione, ragionando per settori di competenza”. Secondo questo principio, quando il presidente partirà per una missione internazionale, la stampa selezionata sarebbe quindi quella diplomatica, mentre se l’appuntamento sarà in Francia e riguarderà un tema particolare ad essere “scelti” sarebbero i cronisti specializzati nella materia.
“Non c’è alcun motivo per cui il presidente debba essere seguito sistematicamente dalla stampa politica”, dicono dall’entourage di Macron. Ma si tratta di un “filtraggio” che non è piaciuto troppo ai giornalisti parigini, neanche a quelli che hanno in simpatia il nuovo capo dello Stato come Libération e il Monde. E’ arrivata presto infatti la manifestazione pubblica della inquietudine sulla nuova organizzazione della comunicazione presidenziale.
Una quindicina di redazioni hanno scritto una lettera aperta a Macron nella quale si legge: “non spetta al presidente della Repubblica o ai suoi collaboratori decidere il funzionamento interno delle redazioni. Queste scelte spettano alla direzione delle redazioni ai giornalisti che le compongono, siano essi assunti o collaboratori, reporter, fotografi o vignettisti. Nessuno dei suoi predecessori si è prestato a questo genere di sistema, in nome del rispetto della libertà di stampa. In un momento in cui la sfiducia verso l’infomrazione pesa sempre di più, scegliere colui o colei che racconterà i suoi spostamenti crea un’ulteriore confusione tra comunicazione e giornalismo, e nuoce alla democrazia“.
Del resto una selezione per competenza e riduzione del numero di giornalisti al seguito può apparire condivisibile, ma se la corretta traduzione è l’esclusione dei cronisti politici sgraditi all’Eliseo, bhè, allora le cose cambiano radicalmente. Ieri, intanto, Macron si è recato in Mali per una visita di Stato, durante la quale, di fatto, la selezione dei giornalisti si è già tradotta in pratica.