Macroregioni, il Nord Adriatico tra memoria e recupero di una identità

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Macroregioni, il Nord Adriatico tra memoria e recupero di una identità

18 Febbraio 2013

Venerdì 15 febbraio, presso il Circolo Ufficiali in Castelvecchio a Verona, con il patrocinio della associazione Magna Carta – Scipione Maffei, si è tenuta la presentazione di “Fenomenologia di una Macro Regione”, un’opera di ampio respiro che analizza,  da diverse prospettive, le evoluzioni che hanno interessato l’area del confine orientale, il punto più a nord del Mare Nostrum. Evento questo che ha degnamente concluso una settimana caratterizzata dalle iniziative in ricordo delle vittime – e degli esuli – istriani, dalmati e giuliani.

L’evento – moderato dal Prof. Davide Rossi – è stato aperto dal sindaco scaligero Flavio Tosi che, nonostante gli impegni elettorali, ha voluto ricordare la grande dignità ed i sacrifici affrontati dalle popolazioni dell’Italia orientale auspicando che “tutte le parti in causa possano produrre uno sforzo tale da riuscire a ricucire una frattura dolorosissima; anche se questo non restituirà la dignità o la proprietà né quanto è stato sottratto a costoro”.

Successivamente al saluto del Gen. Bernardini, testimone di un rinnovato spirito di collaborazione tra le forze armate italiane e slovene, ha preso quindi la parola il Presidente del Comitato di Verona dell’A.N.V.G.D., Francesca Briani, le cui parole possono essere efficacemente sintetizzate in un appello alla memoria e allo studio, a quella irrinunciabile necessità “indagare il passato, partendo anche da quell’impegno di verità contro ogni reticenza ideologica o rivoluzione opportunistica, di cui il Presidente Napolitano ci ha parlato al Quirinale”, che sola potrà permettere a tutti noi di superare ogni incomprensione frutto di mistificazioni passate.

Avendo ben chiaro l’obbiettivo comune nel lungo periodo, la diffusione della conoscenza e della verità storica di quegli anni, l’assessore Stefano Casali – Presidente dell’Associazione Magna Carta Verona – Scipione Maffei – ha ribadito nel suo messaggio di saluto l’impegno per compiere uno sforzo ulteriore: “tradurre quest’opera in inglese, così da consentirne la lettura anche ai nostri vicini di casa”. Ciò, come ribadito dal Prof. Giorgio Federico Siboni, nella speranza “che questi volumi possano essere non un punto di arrivo, bensì di partenza per ulteriori riflessioni, così da essere buoni alunni affinché la storia sia la nostra maestra di vita”.

Proprio perché la memoria di quei luoghi e di quegli avvenimenti non deve andare perduta, Coordinamento Adriatico – come ricordato dalle parole del suo Presidente, il Professore Emerito Giuseppe de Vergottini – da oramai vent’anni profonde il proprio impegno per far sì che la storia delle terre dell’alto Adriatico non sia una mera “memoria imbalsamata” bensì una riflessione critica della storia vissuta. “Diffondere la conoscenza – ha proseguito il Professore – è fondamentale perché quando si parla di Giorno del Ricordo, non si ricordi asetticamente”; non dobbiamo offrire il fianco a “visioni distorte, faziose ed ideologicamente condizionate di quella che è la realtà”.

Per rispettare questa finalità, per rispondere a questo bisogno di conoscenza e, nello stesso tempo, attualizzare le problematiche concernenti il naturale processo di riavvicinamento tra popoli che sono sempre stati prossimi per storia e tradizioni, oltre che geograficamente, il Prof. Russo ha quindi illustrato le finalità e peculiarità dell’indagine, di stampo economico, contenuta nell’opera evidenziando le grandi opportunità – per le imprese italiane – rappresentate dall’altra sponda dell’Adriatico. Opportunità queste definite quale strumento, non solo economico, ma anche politico e sociale, per rafforzare i rapporti fra tutti i Paesi dell’area adriatica e quindi “guardare avanti mantenendo un ricordo strutturato”.

Giunti a questo punto del convegno, ha preso quindi la parola l’Ambasciatore – e Sottosegretario al Ministero degli Esteri – Staffan De Mistura il quale, ricordando la propria origine dalmata, ha ribadito con orgoglio le sofferenze ed i sacrifici patiti dagli oltre 350.000 italiani che hanno lasciato quelle terre, le loro terre. Un martirio, quello delle foibe e del successivo esodo, che ha messo a dura prova le coscienze di molti, ma che non ha impedito all’Italia – come ricordato con orgoglio dal Sottosegretario – di proseguire sulla strada di una politica giusta, capace di non dimenticare due fattori: il primo morale, che affonda le proprie radici nel ricordo indelebile degli esuli e delle 10.000 persone che persero la vita infoibati; il secondo di ordine prettamente strategico.

“L’Italia ha fatto bene ad affinare la politica strategica di inclusione dei nostri vicini in Europa e nella NATO. È una politica intelligente e giusta” ha rimarcato l’Ambasciatore, essendo “una partita – quella dell’inclusione – fondamentale per difendere le reciproche diversità e le minoranze linguistiche già presenti. Non dobbiamo dimenticare che molti dei nostri concittadini vivono infatti in quei territori”. La macro regione, richiamata nel titolo dell’opera presentata oggi qui a Verona e già a dicembre alla Camera dei Deputati, è il nostro futuro.

A conclusione della propria riflessione l’Ambasciatore si è quindi posto una domanda ovvero se vi sia già qualche segno concreto di questa volontà di coesione, improntata su di una maggiore armonia e cooperazione. Ebbene la risposta per il Sottosegretario non può essere che positiva considerando che “i figli non hanno le colpe dei padri, e questo ci è stato ricordato anche dal Capo dello Stato pochi giorni or sono” e che “i Presidenti di Slovenia e Croazia non erano nemmeno nati quando tutto ciò (quegli errori ed orrori) è accaduto, e sono – come noi – convinti del bisogno di andare avanti”, di guardare al futuro.