“Made in”, L’Aquila dimostra che si può ripartire dai propri simboli
16 Dicembre 2010
Silvio Berlusconi, Bruno Vespa, Gianni Chiodi. Tutti accomunati da un grande impegno, per la ricostruzione della città dell’Aquila. Il premier Berlusconi lo ha voluto ricordare proprio in questi giorni, considerandolo un punto fondamentale della sua azione di Governo: “Rivendico l’intervento in Abruzzo e a L’Aquila come un intervento di grande spessore e successo del mio governo – sono state le sue parole -. A L’Aquila abbiamo fatto in modo superlativo tutto quanto un governo poteva fare”.
Ma è sul territorio che si sta giocando la partita più importante per gli aquilani, che stanno dimostrando una gran voglia di ricominciare. E se i simboli, specie nei momenti difficili, acquistano un valore ancora maggiore, l’Aquila si sta stringendo intorno ai suoi centri storici . Ricominciare dal territorio, dalle tradizioni. E’ possibile, come dimostra “l’Aquila made in”, un vero e proprio marchio collettivo che è stato presentato ieri, non a caso, in pieno centro storico.
Si tratta di uno strumento di promozione dei prodotti locali, promosso dal Consorzio per lo sviluppo Industriale, in collaborazione con Camera di Commercio, Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Confapi e CNA. Ma soprattutto si tratta di un’iniziativa che vuole dare una marcia in più all’Aquila, trasformando la ricostruzione in un progetto condiviso, sotto il segno della passione e dell’azione.
Alla sua presentazione hanno partecipato numerosissimi i cittadini, affiancati dai rappresentanti del mondo politico, istituzionale ed economico. Padrino d’eccezione, il giornalista Bruno Vespa, che qualcuno ha scherzosamente soprannominato "il miglior prodotto aquilano in circolazione”. Un invito che Vespa ha accolto con gratitudine: “da sempre – ha affermato – sono un fanatico del ‘made in’, dell’origine controllata e della tracciabilità dei prodotti. All’Aquila in questo momento dobbiamo dare esempi di imprenditorialità e di efficienza e dobbiamo fare buoni prodotti, avere buone idee e saper utilizzare le opportunità straordinarie che ci vengono offerte”.
Vespa ha poi parlato della ricostruzione post terremoto e, rivolgendosi alle istituzioni presenti, ha osservato che ”nella percezione pubblica, L’Aquila è ferma e da aquilano vorrei vedere gli operai sui tetti del centro storico che danno segno della ricostruzione che avanza”.
E sulla questione della ricostruzione dei centri storici, il presidente della Regione e commissario alla Ricostruzione, Gianni Chiodi, è tornato a fare chiarezza, rispondendo ancora una volta alle perplessità avanzate dal sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente.
"Sono i sindaci – ho spiegato Chiodi – che devono fare i piani di ricostruzione dei centri storici. Se si vuole fare a meno dei piani di ricostruzione la legge verrà modificata, ma poi si rischia di perdere degli strumenti per preservare la qualità architettonica dei centri storici. Ricordo che nella stesura originaria del decreto legge – ha commentato Chiodi – i piani ricostruzione non cerano, ma poi sono stati inseriti sulla base delle richieste delle comunità locali".
Soffermandosi, poi, sulle priorità, il governatore ha sottolineato la necessità di dare un sostegno alla situazione economica: "occorre – ha affermato – una piattaforma che la supporti in maniera peculiare e straordinaria", che tradotto significa questione fiscale e zona franca. Chiodi ha poi lanciato un monito a portare avanti i lavori con la massima celerità, per sfruttare le risorse già a disposizione. Un monito diretto in primo luogo al sindaco dell’Aquila, e con lui, a tutti i soggetti attuatori.