“Mafia capitale non esiste”, 20 anni per Carminati

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“Mafia capitale non esiste”, 20 anni per Carminati

20 Luglio 2017

Quarantuno condanne e cinque assoluzioni. E’ il bilancio della sentenza del maxiprocesso di Mafia Capitale che vedeva alla sbarra ben 46 imputati. L’ipotesi, al centro dell’inchiesta sul “mondo di mezzo”, di un’associazione di stampo mafioso a capo della quale ci sarebbero stati Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, è stata smentita dalla sentenza della decima sezione penale del tribunale di Roma, presieduta da Rosanna Ianniello. Tra le persone assolte l’ex dg di Ama, Giovanni Fiscon per il quale la Procura aveva chiesto 5 anni; Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, accusati di essere il collegamento  con la ‘ndrangheta; Giuseppe Mogliani e Fabio Stefoni.

Il tribunale di Roma ha, però, condannato Salvatore Buzzi a 19 anni di reclusione al termine del processo a mafia capitale, 20 anni per Massimo Carminati, 11 per Luca Gramazio, ex capogruppo del Pdl in Comune. Cade l’accusa di associazione mafiosa a 19 imputati del processo a mafia capitale, tra cui i presunti capi Carminati e Buzzi. 

Rispetto alle richieste della Procura che aveva proposto per tutti gli imputati 5 secoli di carcere, i giudici della decima Corte presieduta da Rosanna Ianniello hanno inflitto oltre 250 anni di carcere, dimezzando, di fatto, le pene. I giudici hanno detto che “la mafia a Roma non esiste, come andiamo dicendo da 30 mesi” ha detto l’avvocato di Massimo Carminati, Giosuè Naso. “La presa d’atto della inesistenza dell’associazione mafiosa – ha aggiunto – ha provocato una severità assurda e insolita. Mai visto che a nessuno di 46 imputati non venissero date attenuanti. Sono pene date per compensare lo schiaffo morale dato alla procura”. Per Naso “certamente lo sconfitto è Pignatone”, il procuratore capo di Roma, “non so se ci sono dei vincitori”.

Il tribunale di Roma ha, inoltre, disposto, a seguito della sentenza nel processo Mafia Capitale, la revoca delle misure cautelari per 17 condannati e mandato ai domiciliari Luca Gramazio. Tornano liberi tra gli altri Paolo Di Ninno, Franco Panzironi e Carlo Pucci, Agostino Gaglianone, Carlo Maria Gaurany, Cristiano Guarnera, Giuseppe Ietto, Roberto Lacopo.