Mafia nigeriana, bliz a Palermo. Stupri e torture:ecco il prezzo dell'”accoglienza”
18 Novembre 2016
La Direzione Distrettuale Antimafia ha disarticolato una pericolosa organizzazione mafiosa, transnazionale, con base in Nigeria, dedita a gravi reati contro la vita, l’incolumità individuale, la libertà personale ed il patrimonio. L’organizzazione, secondo quanto accertato dagli investigatori, era riuscita ad acquisire in modo diretto o indiretto, avvalendosi della condizione di assoggettamento ed omertà, la gestione ed il controllo di redditizie attività economiche: dalla tratta di esseri umani all’illecita riscossione di crediti, dallo sfruttamento e dal controllo della prostituzione al traffico di stupefacenti.
La Polizia è riuscita ad azzerare i vertici della banda criminale e a ricostruire la struttura verticistico-piramidale, basata su rigide regole fatte di “battesimi”, riti di affiliazione dei membri e precisi ruoli all’interno del clan. La mafia nigeriana è risultata tremendamente più violenta della nostra. E’ quello che emerge dai retroscena dell’operazione Black Axe. Al momento i fermi risultano diciassette (sedici uomini e una donna). L’operazione è partita da Palermo.
Quelli venuti a galla sono particolari raccapriccianti. Torture e violenze sessuali terribili ai danni di coloro che si rifiutavano di affiliarsi alla organizzazione mafiosa. Un uomo in particolare è stato violentato per una notte intera con un tubo di ferro. Violenze sessuali anche su alcune donne che “non volevano prostituirsi”. I nigeriani finiti in manette controllavano infatti il mercato della prostituzione e lo spaccio di droga tra i loro connazionali a Palermo.
Le indagini hanno accertato come l’organizzazione al suo interno riproducesse compiti, funzioni e persino organigrammi tipici di uno stato, tanto che per indicare le figure di vertice faceva riferimento al tipico formulario di cariche istituzionali (Ministro della Difesa e Consiglio dei Saggi). La Black Axe era l’organizzazione criminale sovranazionale e transnazionale, le sue ramificazioni si estendevano nei singoli Stati, ove si trasformava in “Zone” e in singoli distretti cittadini, chiamati “Forum”.
A commentare i fatti ci ha pensato, in maniera inconfutabile e diretta, Francesco Vozza, coordinatore di Noi con Salvini a Palermo, in merito all’inchiesta sulla mafia nigeriana che operava a Ballarò. “Quanto sta emergendo dall’inchiesta sulla mafia nigeriana a Palermo è decisamente inquietante: ci troviamo di fronte ad un gruppo criminale violentissimo che non ha nulla da invidiare a cosa nostra. E non abbiamo remore nel dire che questo è il risultato delle folli politiche d’accoglienza volute dal governo Renzi ed avallate allegramente dal sindaco Orlando, che ad ogni occasione non fa altro che parlarci di migranti. Peccato che alcuni dei suoi migranti siano diventati tali e quali ai boss della mafia nostrana. Altro che integrazione e accoglienza, chi non è in regola e delinque va espulso immediatamente dall’Italia”.