Mafia, Quagliariello (Pdl): “Subito una commissione d’inchiesta sui pentiti”
09 Febbraio 2010
di redazione
Una commissione d’inchiesta sull’utilizzo dei pentiti. Lo chiede il vicepresidente dei senatori Pdl Gaetano Quagliariello che stigmatizza le dichiarazioni di Massimo Ciancimino secondo cui “Forza Italia fu il frutto di una trattativa tra boss mafiosi e Stato”.
Quagliariello rilancia con forza “la necessità che il Parlamento si assuma le sue responsabilità facendo chiarezza attraverso una Commissione d’inchiesta sull’utilizzo che fin qui è stato fatto di pentiti e affini. Lo chiediamo a tutela dello stesso strumento dei collaboratori di giustizia, affinchè una risorsa preziosa per le indagini non venga delegittimata da storture e deviazioni. E riteniamo che questa possa essere anche la strada migliore per valutare i tempi, i modi e l’opportunità di una discussione e dell’eventuale predisposizione degli strumenti normativi più adeguati a prevenire quegli abusi di cui la storia della nostra Repubblica è purtroppo costellata, e di cui le dichiarazioni di Massimo Ciancimino sono un’evidente conferma”.
Sul piano politico non manca una sottolineatura sulle posizioni della presidente dei senatori Pdl Anna Finocchiaro secondo la quale “la sindacabilità delle dichiarazioni di Ciancimino non è materia che appartiene alla politica” bensì ai “magistrati che hanno la competenza, la professionalità, l’equilibrio, la saggezza e l’indipendenza per farlo”. All’esponente del Pd Qiuagliariello fa notare che “l’accreditamento urbi et orbi delle fandonie di Massimo Ciancimino non è piovuto dal cielo: se i deliri del figlio di don Vito sono approdati in un’aula di tribunale, in una pubblica udienza nell’ambito di un processo che parla di tutt’altro, è perché qualche pm ne ha fatto esplicita richiesta. Confinare una manovra di questo tipo nell’ordinarietà delle procedure giudiziarie è dunque nel migliore dei casi una superficialità; e ciò per non voler pensare che la sinistra non abbia rinunciato fino in fondo al tentativo di annientare l’avversario politico per via giudiziaria".
Il vicepresidente dei senatori Pdl insiste poi su un punto: “Non siamo disposti a ‘normalizzare’ ciò che sta accadendo a Palermo, come se con la politica non avesse nulla a che fare. Piuttosto, forti dei successi che questo governo ha raggiunto nella lotta alla criminalità organizzata, ragion per cui riteniamo che in tema di antimafia il PdL non debba prendere lezioni da nessuno, rilanciamo con forza la necessità che il Parlamento si assuma le sue responsabilità facendo chiarezza attraverso una Commissione d’inchiesta sull’utilizzo che fin qui è stato fatto di pentiti e affini”.