Mafia spara a Messina, il presidente del Parco dei Nebrodi: “Salvo grazie a Polizia”
19 Maggio 2016
di redazione
Messina. Il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, è scampato grazie alle forze dell’ordine e alla sua macchina blindata a un agguato mafioso a colpi di fucile.
Antoci era nella sua Lancia Thema blindata. L’una di notte, sulla strada tra i comuni di Cesarò e San Fratello, nel messinese. Dietro, a bordo di un’altra auto, il vice questore Davide Manganaro, commissario a Sant’Agata, che stava rientrando con un collega dopo una cena, proprio in compagnia di Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi.
All’improvviso la blindata del dirigente rallenta perché l’agente di scorta alla guida vede dei massi piazzati sull’asfalto proprio in traiettoria e una vettura messa di traverso. Antoci si sveglia. E’ un attimo. Poi il caos. Si sentono diversi colpi d’arma da fuoco, tre vanno a segno forando lo sportello posteriore sinistro della blindata.
Il vice questore Manganaro risponde subito al fuoco, anche i due agenti di scorta sparano. Gli attentatori, “4 o 6” raccontera’ poi Antoci agli investigatori, fuggono in auto. Uno di loro sarebbe rimasto ferito, ci sono tracce di sangue per terra.
Nel luogo dell’agguato mafioso vengono ritrovate due molotov. La banda armata, secondo gli investigatori, non avrebbe avuto il tempo di lanciarle, proprio per la prontezza di reazione dei poliziotti.
“Come ci si sente? E’ stata un’esperienza brutta per questa terra e dimostra che abbiamo imboccato la strada giusta, che sono in difficoltà, e che facciamo bene a toglierli i terreni, dobbiamo darli ai cittadini onesti”, ha detto il presidente del Parco di Nebrodi, Antoci, dopo l’agguato.
Intervistato a margine della seduta straordinaria al consiglio del comune di Santo Stefano di Camastra, in provincia di Messina, Antoci ha aggiunto: “Sono qua perché la polizia mi ha salvato la vita, voglio essere grato a tutti. Mi hanno consentito di vedere i miei figli e mia moglie e di andare avanti, andrò avanti con coloro che sono esempio e virtù”.
“Io faccio il mio dovere, non vogliamo eroi in questa terra. Se ognuno fa il proprio dovere ci saranno meno mafiosi in giro”.
“Quando il 15 dicembre 2014 Antoci mi inoltro’ una mail dove era scritto ‘finirai scannato come Crocetta’ non mi sono spaventato per me, ma ho pensato che era una minaccia seria per Antoci e anche per il sindaco di Troina Venezia perche’ avevo capito quello che significava”, ha detto ha detto il presidente della Regione Rosario Crocetta al comune di Santo Stefano di Camastra, parlando dell’attentato a Giuseppe Antoci.
“La mafia – ha aggiunto Crocetta – ha sottratto questi terreni al popolo siciliano quando si potrebbero creare coop di giovani per sviluppare la nostra terra. Questo di Antoci e’ un progetto che ho sempre condiviso, questa battaglia non si chiude cacceremo la mafia dal parco dei Nebrodi”.
Al consiglio comunale straordinario ha partecipato anche il senatore Giuseppe Lumia (Pd). “Ho chiesto che il territorio sia presidiato piu’ di prima – ha detto – e ho chiesto un reparto speciale dei carabinieri della Calabria e della Sardegna. Ho fatto anche i nomi dei boss che devono essere arrestati e spero sia fatto presto, devono maledire il giorno che hanno pensato di fare questo attentato”.
“E’ una giornata importante per tutto il territorio oggi. Questa terra ha tanto da offrire: riaffermare la legalità vuol dire riaffermare la possibilità di sviluppo e crescita”, ha detto il sindaco di Santo Stefano di Camastra. “Chi ha ha sparato ad Antoci ha sparato al futuro e al progresso e dobbiamo impedirlo. Da stasera deve partire un percorso nuovo, che deve mettere insieme vari amministratori comunali e da lì deve partire un grido: più Stato, stato meno sindaci di frontiera e meno eroi isolati”, ha aggiunto.