Maggioranza compatta per l’approvazione della Finanziaria

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Maggioranza compatta per l’approvazione della Finanziaria

17 Gennaio 2012

di g.l.

È partita oggi a Campobasso la lunga maratona del Consiglio regionale per approvare la legge Finanziaria, insieme al documento di programmazione economica finanziaria, il bilancio di previsione 2012 e quello pluriennale 2012-2014. Al primo punto dell’agenda dei lavori c’è la discussione sul rendiconto generale della Regione riferito all’anno 2010, sul quale la minoranza ha già annunciato da qualche giorno che voterà contro, ma il fronte caldo è sulla Finanziaria: la maggioranza guidata da Iorio procede compatta per il sì, ma il centrosinistra ha recuperato in extremis una strategia politica da adottare per contrastare il provvedimento.

Stoppata la fuga in avanti dell’Italia dei valori, che in un primo momento aveva proposto insieme al Movimento 5 stelle di presentare in aula a Campobasso 37 emendamenti al testo, alla fine è il consigliere regionale Paolo Di Laura Frattura, ex candidato del centrosinistra alla guida della Regione, a chiarire la posizione della minoranza in Consiglio regionale: “Abbiamo predisposto un documento alternativo a quello della maggioranza – ha detto – per rilanciare lo sviluppo di questa regione e per evitare gli sprechi”. L’opposizione, dunque, punta a ridurre i costi della politica con un taglio del 50 per cento alle indennità dei consiglieri regionali, ma l’obiettivo è anche quello di abolire i vitalizi ed eliminare eventuali altri benefit.

La minoranza spinge sul tema del risparmio, ma il centrodestra rilancia sullo stesso punto e si dice pronto a presentare un proprio emendamento che imponga nuovi tagli ai costi della politica locale. L’idea è quella di prevedere ulteriori riduzioni alle indennità dei consiglieri su base volontaria e per un importo non inferiore al 40 per cento. A farsi portavoce della proposta è il consigliere di maggioranza, Vincenzo Niro, che racconta di aver provato a far passare l’emendamento in commissione regionale, ma di aver trovato forti resistenze proprio da parte degli esponenti del centrosinistra. “A questo punto, per evitare inutili strumentalizzazioni – ha dichiarato – lo presenterò in Consiglio regionale e così vedremo chi sarà d’accordo e chi no”.

Ma il tira e molla fra maggioranza e opposizione sui costi della politica in Molise rischia di non portare a nessuna decisione concreta. Alla fine, i tagli sulle entrate di ogni singolo consigliere regionale potrebbero non superare i 500 euro mensili su un totale di 9000 euro netti. Una decurtazione troppo bassa rispetto alle promesse e agli impegni presi dal mondo politico per contenere i costi. Tanto più che, mentre gli stipendi d’oro dei consiglieri regionali resterebbero quasi invariati, centinaia di lavoratori in Molise rischiano di rimanere senza occupazione. I sindacati parlano di decine di vertenze aperte per imprese in crisi e aziende che stanno chiudendo e per molti lavoratori nel 2012 finiranno anche i sussidi economici. Se il mondo politico in Molise ha a cuore questo territorio è arrivato il momento di dare l’esempio. Ma tagliarsi lo stipendio (anche oltre i 500 euro) non serve a niente se poi non si attuano azioni concrete in grado ci creare sviluppo e lavoro.