Mancuso: “Cent’anni di solitudine nell’anno della scomparsa di Márquez”
18 Agosto 2014
di Staff
Per tutto agosto, l’Occidentale suggerisce un libro al giorno da portare sotto l’ombrellone. In vacanza, per chi può, o magari da sfogliare a casa la sera per chi resta in città. Romanzi o saggi, leggeri o più impegnativi, consigliati agli under 25 (e non solo) dai ministri e dai parlamentari di Ncd.
Per il senatore Bruno Mancuso la lettura estiva è "Cent’anni di solitudine, un romanzo particolarmente formativo che va letto almeno una volta nella vita. Tanto più quest’anno, ricordando la scomparsa di Gabriel García Márquez".
IL LIBRO: Cent’anni di solitudine, Feltrinelli 2005 (Prima edizione italiana 1968, Cien años de soledad, 1967). Traduzione di E. Cicogna. Dalla quarta di copertina: "Macondo è un microcosmo sconvolto da cataclismi biblici, devastato dalla follia degli uomini, e scosso da mille piccoli drammi o gioie quotidiani. È la sede di un secolo di vita della famiglia Buendía, che sono insieme i creatori e i distruttori di questo villaggio cui s’arriva attraverso ‘nebbiose gole, tempi riservati all’oblio, labirinti di delusione’ ". Il romanzo è stato tradotto in trentasette lingue e ha venduto oltre 20 milioni di copie. Dopo il Don Chisciotte, viene considerata l’opera più importante della letteratura in lingua spagnola.
L’AUTORE: il colombiano Gabriel García Márquez (1928-2014) è stato premio Nobel per la letteratura nel 1982. Ha vissuto gran parte della sua vita a Città del Messico. E’ il maestro del "realismo magico", uno stile letterario che combina elementi fantastici e realismo.
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