Mani tagliate e linciaggi. Dai sondaggi l’islam egiziano mette paura

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Mani tagliate e linciaggi. Dai sondaggi l’islam egiziano mette paura

03 Febbraio 2011

In un mondo tutto concentrato sulle manifestazioni di piazza egiziane e sul cambiamento al vertice della nazione araba, ricorre la sibillina domanda: quale Egitto uscirà da quest’ondata di contestazioni di popolo? Sarà un Egitto democratico, più libero, più tollerante? Oppure, memori del caso Iran, finirà a quel modo magari nelle mani degli islamisti della fratellanza musulmana? Perché se è vero che l’Egitto che corre per le strade del Cairo e di tutto il paese, è certo di non voler più saper niente del dittatore Hosni Mubarak, la maggioranza musulmana d’Egitto (il 90% della popolazione) sembra molto divisa su che genere di società si debba costruire in genere. Per prevedere, nel limite del possibile, quale Egitto emergerà nel dopo – Mubarak, analizzare l’opinione pubblica musulmana egiziana risulta allora fondamentale.

A questo fine, benché confezionata lo scorso dicembre 2010 (dunque ben prima dei moti di cui tanto e giustamente si discute in queste ore), una ricerca del Pew Research Center ci può venire in aiuto. Essa fornisce un accurato e interessante spaccato sulle diverse società musulmane del mondo, e in particolare, dimostra che i musulmani d’Egitto esprimono preoccupanti opinioni sulle grandi questioni regionali e nazionali. Si parta con l’atteggiamento che gli egiziani musulmani intervistati hanno nei confronti di un ruolo politico dei precetti religiosi islamici nella società. L’85% degli intervistati afferma che l’influenza dell’islam nella vita pubblica della società è una buona cosa. Dato preoccupante questo se messo in relazione con un altro dato: tre quarti dei musulmani egiziani intervistati si ritiene infatti a favore dell’introduzione della sanzione di linciaggio per reati di adulterio. Non solo, ma la stessa percentuale si dice favorevole all’introduzione di frustate sanzionatorie e del taglio delle mani per i reati di furto, giungendo fino a considerarsi a favore, sempre per tre quarti, alla pena di morte per coloro che ‘osino’ abbandonare la fede musulmana.

Ma i risultati dello studio si fanno più foschi se si dà uno sguardo agli atteggiamenti dei musulmani egiziani nei confronti dei movimenti islamisti e terroristici come Hamas, Hezbollah e Al Qaeda. Su Hezbollah, il movimento libanese khomeinista guidato da Nasrallah, un terzo dei musulmani egiziani intervistati considera l’organizzazione libanese favorevolmente, benché il dato si controbilanciato da un 66% degli stessi intervistati che ne conservi un’opinione negativa. Quanto ad Hamas, il quadro che emerge dallo studio è quello che è: i musulmani egiziani sono molto divisi sul giudizio da dare all’organizzazione terroristica palestinese affiliata alla fratellanza musulmana. Il 49% degli intervistati ha un’opinione favorevole a fronte di un 48% che guarda ad essa negativamente. Dulcis in fundo, l’atteggiamento nei confronti di Al Qaeda e Bin Laden. Sull’organizzazione Al Qaeda in generale, il 20% dei musulmani egiziani intervistati danno un giudizio positivo, accompagnato da un 19% di approvazione per la figura di Bin Laden. Il dato risulta controbilanciato da percentuali di opinioni negative che stanno rispettivamente al 72% e 73%. Vale la pena infine ricordare quel 54% dei musulmani egiziani intervistati che si definiscono favorevoli all’introduzione a forme di discriminazione di genere in Egitto. Può confortare quel 44% di egiziani musulmani che si dice contrario a tali forme.  

D’accordo, da che mondo è mondo, le indagine campionarie hanno l’affidabilità che hanno. Seppur condotti con tutti i crismi, i loro risultati possono essere fuorvianti. Le informazioni che se ne ricavano, benché desunte da campioni che si vogliono rappresentativi, mantengono comunque un certo grado di inaffidabilità. Tutto vero.  Non ci resta allora che sperare che l’Egitto che nascerà dalle ceneri della dittatura di Mubarak sia diverso dal preoccupante spaccato di società che lo studio del Pew Center ci consegna.