Manovra. Anm: “Iniqua e incostituzionale, pronti allo sciopero”

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Manovra. Anm: “Iniqua e incostituzionale, pronti allo sciopero”

29 Maggio 2010

Una manovra "iniqua, sperequata e incostituzionale" rispetto alla quale i magistrati, all’esito dell’incontro programmato per lunedì prossimo con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, non escludono qualsiasi eventuale iniziativa di protesta, sciopero incluso. È quanto si legge nel documento varato dal "Parlamentino" dell’associazione magistrati con cui è stato confermato lo stato di agitazione già proclamato contro la manovra economica del governo e l’organizzazione sul territorio di "iniziative di protesta e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sullo stato della giustizia in Italia e sull’opera di costante supplenza svolta da magistrati e dal personale amministrativo". Il documento è stato votato da tutte le correnti dell’Anm ad eccezione di magistratura indipendente che si è astenuta.

Il "Parlamentino" dell’Anm resta dunque convocato in via permanente "per seguire lo sviluppo della questione". Oltre ad organizzare sul territorio, assieme ai sindacati del personale amministrativo della giustizia, iniziative di protesta, l’Anm ribadisce di prendere atto della grave situazione di crisi economica del paese: "I magistrati non intendono sottrarsi al loro dovere di cittadini e di contribuenti, purché – è scritto nel documento – nel quadro di una manovra che sia rispettosa dei principi di equità e proporzionalità".

Le misure delle quali si è data notizia appaiono invece "gravemente discriminatorie e punitive per i magistrati, in particolare per i più giovani, e tali da incidere negativamente sul funzionamento dell’interso sistema giudiziario". Con la manovra le retribuzioni dei magistrati – sottolinea l’Anm – verrebbero colpite "come mai avvenuto in precedenza" 4 volte: "Con un prelievo forzoso sugli stipendi, con il blocco dei meccanismi di progressione economica, con il blocco di adeguamento alla dinamica dei contratti pubblici e, addirittura, con il blocco degli effetti economici degli avanzamenti di carriera collegati al positivo superamento delle valutazioni di professionalità".

Si tratta pertanto di "interventi iniqui e incostituzionali", con "gravi sperequazioni in rapporto con altre categorie e anche all’interno della magistratura". "Esseri considerati non una risorsa, ma un costo e addirittura uno spreco per la giustizia – denuncia il sindacato delle toghe – è inaccettabile soprattutto in una situazione in cui i magistrati sono costretti a gestire carichi di lavoro insostenibili e a svolgere quotidianamente attività di supplenza per sopperire alle carenze del sistema".