Manovra domani in Cdm, propaganda di Renzi al top
14 Ottobre 2016
Il consiglio dei ministri si riunirà domani, sabato 15 ottobre, per approvare la legge di Bilancio del 2017. La manovra prevede complessivamente interventi per 24,5 miliardi con 18,4 miliardi di coperture.
La legge di Bilancio punta a stimolare nel 2017 il tasso di crescita dal +0,6% tendenziale al +1% programmatico. Perché questo avvenga, oltre all’apporto delle riforme l’esecutivo punta sulla leva del deficit, che salirà dall’1,6 al 2%. In realtà l’Italia vorrebbe alzare l’indebitamento netto fino al 2,4%, impegnando in totale oltre 13 miliardi. Dunque debito e deficit restano la ricetta della politica economica “de sinistra” di Matteo Renzi.
Del resto la conferma arriva dal ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda: “Avremmo bisogno oggi di fare più deficit per investire ma per fare ciò oggi bisognerebbe cambiare le regole del fiscal compact”, dice il ministro. “Finche’ le regole non cambiano noi le rispetteremo ma combatteremo per cambiarle”. Con quali risultati è sotto gli occhi di tutti.
Ma il meglio di sé lo dà il premier in persona, che snocciola nuove promesse tutte utili alla sua propaganda per alimentare il Sì al referendum costituzionale, su cui Renzi si gioca il suo destino politico. Diecimila assunzioni nel pubblico impiego, abolizione di Equitalia e creazione di un “modello diverso” di agenzia, nessun taglio alla sanità.
“Ogni giorno questo Governo cambia le carte in tavola anche sulle pochissime cose fatte”, ricorda però, da sinistra, Pippo Civati. “Oggi siamo alla giravolta sulle pensioni: prima hanno sbandierato un accordo con i sindacati ai quattro venti facendo propaganda per giorni. Poi arriva la smentita con l’ape sociale che sale da 20 a 30 anni di contributi e con i sindacati che denunciano addirittura di non aver potuto visionare i testi per capire come si articolano nella manovra di bilancio le risorse per le pensioni”. “Registriamo che siamo di fronte al Governo delle ipotesi che cambiano di settimana in settimana”.
Ma chiamarle “ipotesi” è un bel complimento ai renziani, che in questa manovra si sono dimostrati solo specialisti in una materia: demagogia, su quella promozione con dieci e lode. In attesa di capire se davvero l’Europa ci concederà un altro giro di giostra in quella che il Governo chiama “flessibilità” ma è solo spesa pubblica.