Manovra, i tempi stringono e Napolitano suona la sveglia

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Manovra, i tempi stringono e Napolitano suona la sveglia

21 Giugno 2010

La discussione e l’approvazione della manovra economica e finanziaria deve prevalere su qualunque altro tema, da qui alla pausa estiva dei lavori parlamentari. Il Presidente della Repubblica ha sottolineato l’esigenza lanciando quella che ha definito “una pacata e meditata esortazione” rivolta “a tutte le forze politiche e sociali e a tutte le componenti istituzionali”. Il capo dello Stato – durante l’incontro al Quirinale con i vertici del Cnel, guidati dal presidente Antonio Marzano – ha incitato dunque a “concentrarsi sulla discussione più seria e aperta attorno ai termini della manovra finanziaria ed economica, affidata al decreto da convertire in legge entro fine luglio”.

Napolitano ha quindi confermato che “concentrarsi su questo difficile adempimento, che non può non dominare l’agenda parlamentare nel breve tempo che separa le Camere dalla pausa estiva, significa anche esprimere nella massima misura possibile il senso di una comune responsabilità nazionale, nell’attuale e grave momento, evitando che il confronto, su una materia già tanto ardua, come quella dei provvedimenti urgenti della finanza e l’economia, sia negativamente condizionata da tensioni politiche già acute su tutt’altra materia”.

Ma non solo. Nelle parole del Capo dello Stato è contenuto anche un monito affinché la manovra predisposta dal governo e ora all’esame del Parlamento coniughi la necessità di risanare le finanze e di favorire lo sviluppo e la crescita economica, ricorrendo a misure equilibrate ed eque per favorire il mantenimento della coesione sociale. È questo che il presidente della Repubblica ha detto al governo e al Parlamento, osservando: “Il tema che si sta imponendo al centro delle preoccupazioni comuni a larga parte della comunità internazionale è, insieme con quello del concreto raggiungimento di adeguati obiettivi di consolidamento dei bilanci pubblici, il tema del contestuale rilancio della crescita economica”. Si tratta di due punti che devono camminare di pari passo: “Il secondo non può essere posto trascurando il primo”, anche se definisce “controverso e difficile” riuscire a coniugare i due termini. Per Napolitano, infatti, è quanto mai necessario raggiungere “una positiva combinazione tra risanamento finanziario e crescita economica”, non dimenticando che “dall’equilibrio e dall’equità della manovra di stabilizzazione potranno discendere effetti importanti in termini di dialogo e di coesione sociale”.

Napolitano ha poi sottolineato: “Che ci sia urgenza di bloccare l’aumento del debito pubblico e di avviarne la riduzione, è incontestabile. Lo è di sicuro in Italia anche se da noi la situazione si presenta ben più solida dei paesi più esposti della zona euro, per aspetti essenziali come lo stato finanziario delle imprese, a cominciare da quelle bancarie, e delle famiglie”. Dal Quirinale si è quindi osservato che la combinazione fra risanamento e sviluppo “dipende anche dall’apporto che a una ripresa europea ancora flebile verrà dato da qualcuna tra le maggiori economie della Ue, se non ci si preoccuperà troppo del rafforzamento delle finanze e della competitività del proprio Paese”.

La fase che l’Italia e con essa l’Europa stanno vivendo è condizionata da “un contesto mondiale contrassegnato ancora dalle ricadute della crisi finanziaria ed economica e dalle incertezze sullo sviluppo futuro” ha evidenziato ancora Napolitano, ricordando che “siamo all’indomani di una importante riunione del Consiglio Europeo e alla vigilia dell’incontro in Canada dei Paesi del G20”. Il capo dello Stato ha fatto successivamente notare che “diversi e significativi documenti di analisi e di riflessione sono alla nostra attenzione. Le questioni e le indicazioni che emergono rappresentano il quadro in cui collocare anche il confronto apertosi nel nostro Parlamento, su un provvedimento grandemente impegnativo, di inedita ampiezza e minuziosità”.

Il Presidente della Repubblica ha infine rilevato che “le tensioni cui è stato esposto sui mercati finanziari l’euro, nella scia della crisi greca, ha indotto a porre l’accento su scala europea, con forza e con drammaticità come non mai, sulle questioni del consolidamento dei bilanci pubblici”, non dimenticando che che “il brusco innalzamento nel 2009 del debito degli Stati, non solo Ue ma anzi a partire dagli Usa, ha richiesto misure senza precedenti adottate dall’Unione Europea a tutela della stabilità della zona euro contro attacchi speculativi e moti di sfiducia guidati da una percezione di fragilità della moneta unica e della stessa costruzione europea”. Ma “a questi inquietanti fenomeni si è opposta una prova della capacità di intervento e di solidarietà delle istituzioni Ue, che dovrà essere seguita da altre che vadano nel senso di una rinnovata volontà di più conseguente integrazione e di un effettivo rafforzamento dell’assetto e della strumentazione, finora gravemente carenti, della zona euro”.