Manovra, manca solo “chiù pilu per tutti”

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Manovra, manca solo “chiù pilu per tutti”

16 Ottobre 2016

Mancano solo la pace nel mondo ed i dolci senza colesterolo. Tutte cose tanto belle quanto irrealizzabili. In questa manovra dei miracoli non ci siamo fatti mancare nulla. Le cifre non sono ancora definitive, per non togliere al Grande Imbonitore di Rignano il gusto di estrarre conigli dai cilindri, ma il succo è quello. Circa 17 miliardi per sterilizzare gli aumenti ed il resto mance elettorali in vista del Referendum. In sostanza il programma è far pagare la campagna per il direttamente ai contribuenti, tramite deficit ed aumento del debito. Qualcosa che, di innovativo e di rottamatore, non ha nulla.

Intendiamoci, ogni taglio di tasse è sempre buono, ma solo quando è vero. Cioè quando è accompagnato da un taglio di spesa. Qui la spesa sale. E con essa il debito, la dipendenza di interi strati della popolazione dai sussidi Governativi e del nostro intero sistema da Francoforte e dalla BCE. È, insomma, una manovra che ci rende più deboli all’esterno, meno liberi all’interno e complessivamente più poveri. Il Sì vale davvero così tanto?

Una manovra che lievita a 27 miliardi, che non tocca il fondo sanitario e che guarda al “merito” e “all’equità”. Una manovra che serve all’Italia e che non ha sapore pre-elettorale, sottolinea Matteo Renzi illustrando le misure che saranno finanziate nel 2017 e nei prossimi anni, che proseguono nel solco tracciato fin dal 2013, il taglio delle tasse. E che lancia la sua scommessa per la crescita, che, secondo il premier, grazie a rilancio degli investimenti e spinta alla competitività consentiranno di vedere il Pil anche oltre l’1% indicato fino a qui, grazie anche ai margini di deficit che, per l’anno prossimo, è fissato al 2,3%, tre decimali (circa 5 miliardi) sopra quello programmato nell’aggiornamento del Def.

“L’Italia non va ancora bene ma dopo due anni e mezzo va un po’ meglio di prima, non siamo contenti, abbiamo fame di risultati positivi ma Italia va meglio. Passo dopo passo”. Così Matteo Renzi illustrando, con le slides, la legge di bilancio. Oltre alla legge di bilancio abbiamo approvato “un dl che interviene sui fondi 2016, il famoso fondo della presidenza e interviene sull’obiettivo del governo di chiudere la parentesi di Equitalia aprendo un capitolo nuovo”. “La filosofia della stabilità 2017 è merito e bisogno, tenere insieme competitività ed equità, dare una chance a chi ci prova e una mano a chi non ce la fa. La manovra per il 2017 è fatta “di 6 capitoli, il più importante è la competitività” sulla quale ci sono “20 miliardi in più anni”.

Tra le novità il canone Rai, che anche l’anno prossimo scenderà (a 90 euro), e ‘l’operazione Equitalia’, vero e proprio pallino del premier. La ‘vecchia’ agenzia di riscossione sarà chiusa portando peraltro in dote circa 4 miliardi per la rottamazione del meccanismo che moltiplica gli interessi di mora sulle vecchie cartelle. L’addio a Equitalia arriverà però con un decreto a parte ancora in via di limatura. Nessun condono però, assicura il presidente del Consiglio, nemmeno per la seconda edizione della voluntary disclosure, che dovrà fruttare almeno altri 2 miliardi. “Chi deve pagare paga”, sottolinea, solo ci saranno meno sanzioni e interessi. ‘Salva’ alla fine anche la sanità, che porta a casa per il prossimo anno per intero l’aumento di due miliardi previsto.