Manovra. Via libera ai tagli fai-da-te e ai premi per Regioni virtuose
06 Luglio 2010
di redazione
Sì ai tagli, per 4 miliardi nel 2011 e 4,5 a partire dal 2012, alle Regioni ma sarà la Conferenza Stato-Regioni a poter decidere, entro 3 mesi dall’entrata in vigore del decreto legge sulla manovra, con quali criteri essi saranno attuati.
La commissione Bilancio ha approvato l’emendamento del relatore che prevede che fra i princìpi guida che dovranno essere tenuti in considerazione per valutare come mettere in pratica la sforbiciata alle risorse vi sia tra l’altro il "rispetto del patto di stabilità interno". La misura prevede un taglio delle risorse destinate anche alle Province e ai Comuni.
"È stato approvato – spiega il relatore alla manovra Antonio Azzollini – il testo del mio emendamento sul patto di stabilità per Regioni ed enti locali che non modifica i saldi ma dà le linee indirizzo per la ripartizione dei tagli per gli enti virtuosi". Le riduzione ai fondi destinati alle Regioni "sono ripartite – si legge nel testo dell’emendamento – secondo criteri e modalità stabiliti" dalla Conferenza Stato-Regioni "entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, e recepiti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, secondo principi che tengano conto della adozione di misure idonee ad assicurare il rispetto del patto di stabilità interno e della minore incidenza percentuale della spesa per il personale rispetto alla spesa corrente complessiva nonché dell’adozione di misure di contenimento della spesa sanitaria e dell’adozione di azioni di contrasto al fenomeno dei falsi invalidi".
In caso di mancata deliberazione della Conferenza Stato-Regioni entro il termine previsto (per gli anni successivi al 2011 entro il 30 settembre dell’anno precedente) "il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri è comunque emanato, nel rispetto degli obiettivi finanziari predetti".
La proposta di modifica approvata dalla commissione stabilisce anche l’ammontare dei tagli per le province e i Comuni: nel primo caso la riduzione (inclusa la compartecipazione all’Irpef) è di 300 milioni per il 2011 e di 500 milioni a partire dal 2012, nel secondo (per i comuni sopra i 5.000 abitanti) il taglio ai trasferimenti è pari a 1,5 miliardi nel 2011 e 2,5 miliardi dal 2012. Anche in questo caso a decidere le modalità sarà la Conferenza Stato-Città. L’emendamento sposta anche dal 31 dicembre 2010 al 31 dicembre 2011 la data entro la quale i Comuni sotto i trentamila abitanti che abbiano costituito società sono obbligati a metterle in liquidazione o a cederne le partecipazioni.