Mantovano: “La lettera della Mussolini è frutto di un grande equivoco”
19 Marzo 2009
di redazione
Il premier Berlusconi striglia la Lega sui temi della sicurezza e dichiara di apprezzare la lettera dei 101 deputati Pdl perplessi sulla parte del ddl sicurezza che riguarda il rapporto tra medici e immigrati irregolari. Il Cavaliere dice di condividere "lo spirito" della missiva che chiede al governo di non ricorrere al voto di fiducia su una materia così complessa e delicata anche se, aggiunge, "nel merito c’è un equivoco". Ma qual è l’equivoco? Lo abbiamo chiesto al sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano.
Sottosegretario Mantovano come legge l’iniziativa dei 101 deputati del Pdl sulla parte del ddl sicurezza che riguarda il rapporto tra medici e immigrati irregolari?
In quella lettera c’è un condensato di inesattezze per usare, con fatica, degli eufemismi.
In che senso?
Nel senso che il tutto viene presentato come un rischio della fiducia su un provvedimento peraltro diverso da quello indicato nella lettera. In sostanza paventava il voto di fiducia sul decreto legge attualmente in commissione Giustizia che andrà in aula tra qualche giorno e che non contiene questa disposizione. Quindi c’è già una confusione di partenza sulla collocazione della disposizione.
Dove sta allora la norma “incriminata”?
Si trova nel disegno di legge già approvato dal Senato e ora all’esame delle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera. Come abbiamo detto fino alla noia, la modifica approvata al Senato è stata di iniziativa parlamentare e poi riformulata nella discussione anche con il contributo del governo.
Cosa prevede esattamente la disposizione che riguarda medici e stranieri non in regola col permesso di soggiorno?
Interviene su un obbligo di non fare, introdotto dieci anni fa, e lo trasforma non in un obbligo di fare ma in una facoltà di fare. E riguarda esclusivamente l’ambito sanitario.
Faccia un esempio.
Il medico al quale si rivolge uno straniero non in regola che ha una malattia infettiva. Credo rientri nel suo ambito di scienza e coscienza e nell’interesse della collettività, per citare un termine contenuto nella Costituzione e riferito alla salute, valutare se non sia il caso di segnalarlo alla struttura sanitaria affinchè assuma contromisure proprio per tutelare la salute pubblica. Vorrei che qualcuno mi spiegasse perché è uno scandalo introdurre questa modifica. Il termine “denuncia” non esiste perché resta salvo e in piedi il regime del codice penale che stabilisce che il medico, in presenza di un reato lo segnala all’autorità giudiziaria. Tuttavia se con questa segnalazione il medico ritiene che possa essere messa a rischio la possibilità di cura del paziente, in virtù della sua deontologia professionale potrà non dar seguito all’iniziativa. E nessuno ha toccato, neppure lambito questo ambito.
Non salva nulla della sollecitazione al governo formulata dai 101 parlamentari?
Dico che se uno prima di scrivere una lettera o di sottoscriverla la leggesse e si informasse potrebbe ad esempio trarre qualche utile indicazione da una discussione abbastanza ampia che sul tema c’è stata al Senato nel corso della quale segnalo l’intervento chiarissimo del senatore Tomassini, presidente della commissione Sanità, il quale ha spiegato in modo lucido e coerente le ragioni per le quali questa modifica era utile anche al sistema sanitario.
Criterio applicabile anche alla scuola?
Questa cosa non sta né in cielo né in terra, non esiste. Anche qui si tratta di una stupidaggine enorme messa in circolazione esattamente come quella in base alla quale una straniera non in regola non può iscrivere all’anagrafe il figlio nato in Italia.
Allora facciamo chiarezza. In questo caso come stanno le cose?
Anche qui basterebbe una lettura della norma per fugare ogni dubbio e basterebbe ricordarsi che le norme non sono monadi che fanno vita a sé stante, bensì sono inserite in un sistema, consultando il quale si eviterebbero brutte figure. Qui stiamo parlando di iscrizione all’anagrafe cioè di una cosa che riguarda l’interesse del bambino appena nato e già questo chiuderebbe il discorso. E se uno si va a guardare il testo unico sull’immigrazione scoprirebbe che se la donna straniera non in regola o suo marito, anche lui irregolare, iscrivono all’anagrafe il figlio appena nato, ottengono un permesso di soggiorno valido sei mesi. Dunque l’iscrizione all’anagrafe diventa la condizione per ottenere un permesso provvisorio.
Sul piano politico come valuta la lettera dei 101 deputati Pdl?
Se il parlamentare non condivide una norma può presentare un emendamento. Mi aspetto che tutti i parlamentari, consapevoli e non pentiti, presentino un emendamento: in quel caso si discuterà, ciascuno farà valere le proprie ragioni e come accade in democrazia chi ha più voti vince. Di certo non cade il governo su questo e non c’è alcun stravolgimento come sostiene la Mussolini che, mi pare abbia ottenuto il risultato: ha avuto una presenza mediatica di cui evidentemente sentiva la necessità.
La Mussolini dice che Fini e Napolitano condividono la sua richiesta e c’è chi avanza l’ipotesi di un presidente della Camera “regista” dell’iniziativa. Lei che ne pensa?
Non entro neanche nel merito. Credo che il presidente della Camera e il Capo dello Stato abbiano tutti gli strumenti, formali e informali, per far presente le proprie opinioni e mi pare che quando vogliono manifestarle non chiedono il permesso a nessuno come è giusto che sia e come è nelle loro facoltà.
Potrebbe però essere un segnale preciso alla Lega.
Prima facciamo la conta dei pentiti e dei superstiti della lettera e poi vediamo quanti ne restano. Il Pdl vive quotidianamente il rapporto con la Lega e per la mia esperienza dico che è un rapporto certamente dialettico. La Lega è un partito che non manca di iniziative, anche e soprattutto legislative e come in ogni rapporto dialettico si parla, ci si confronta e si arriva a una sintesi soddisfacente per tutti. Personalmente non ho nessuna soggezione verso la Lega perché vivo il rapporto in termini di pare dignità e colgo anche un reciproco rispetto e una reciproca lealtà.
Lega a parte, resta il fatto che la Mussolini fa parte del Pdl che nasce tra dieci giorni.
Più che della dialettica con la Lega dovremmo occuparci di quella all’interno del Pdl che sicuramente c’è ed è ovvio, in un partito così grande, tuttavia dovrebbe fare i conti con delle regole e con l’eccezione alle regole. E mi pare che lo statuto sia il tema che proprio in queste ore si va definendo.
Ottimista o pessimista sul Pdl?
Ottimismo e pessimismo sono categorie emozionali. Credo sia importante porre poche regole chiare e soprattutto convincersi che un grande partito non può avere le stesse dinamiche interne di un partito piccolo, ideologico. Le dinamiche interne di un grande partito sanno individuare orientamenti dominanti ma non monolitici mantenendo assoluto rispetto per le posizioni che saranno minoritarie. Per il Pdl auspico questi passaggi ai quali aggiungo un altro auspicio.
Quale?
Che chi avanza delle tesi poi le motivi e che siano tesi fondate, non un fuoco di paglia come quello di ieri alla Camera.
Lucia Bigozzi