Mantovano – Serra, è scontro su governo tecnico ed elezioni anticipate

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Mantovano – Serra, è scontro su governo tecnico ed elezioni anticipate

01 Agosto 2010

Ieri sera, ancora una volta c’è stata una grande partecipazione di pubblico a “Gli incontri del Melograno”, la rassegna di incontri organizzati dalla Fondazione Magna Carta. Il tema del dibattito, però, “Immigrazione, tra accoglienza e respingimenti”, è passato quasi in secondo piano perché sopraffatto da argomenti più “freschi”, che occupano le prime pagine dei giornali di oggi, con i problemi della maggioranza e del Governo.

Non si poteva non approfittare del confronto tra due ospiti come Alfredo Mantovano, Sottosegretario al Ministero dell’Interno, e Achille Serra, Senatore del Pd, ai quali Maddalena Tulanti, il Vicedirettore del Corriere del Mezzogiorno che ha moderato il “duetto”, ha rivolto le attese domande sulla crisi e sull’eventualità di elezioni anticipate. “Non credo che andremo presto alle urne”, ha detto il Senatore Serra. “Chiedere oggi agli italiani di andare a votare, quindi spendere altri 700 milioni di euro, mi sembra inopportuno. E poi vincerebbero la Lega e Di Pietro. Non certo il partito di Berlusconi. Questo Governo piuttosto farebbe bene a cambiare la legge elettorale e poi si può pensare di andare al voto”.

“L’Italia non sta crollando affatto”, ha risposto l’onorevole Mantovano. “C’è una difficoltà all’interno della maggioranza che comunque proprio 24 ore fa ha approvato una manovra economica dolorosa ma necessaria, per evitare problemi come quelli che attanagliano la Grecia e la Spagna. In questo momento, con i numeri a disposizione, il Senato ha una maggioranza di centrodestra, quindi si può escludere l’ipotesi di governo tecnico e istituzionale. Ma a causa del clima che si è determinato, dopo ciò che hanno dichiarato Fini e i suoi sostenitori, le elezioni anticipate già nell’autunno 2010, mi sembrano probabili e raccomandabili, piuttosto che continuare nell’incertezza”.

Il tema della legalità ha messo poi a dura prova il confronto tra Serra e Mantovano.  Il primo ha ricordato che Fini e i suoi hanno creato problemi a questo Governo perché non volevano un Sottosegretario colpito da un ordine di cattura per camorra. “Nemmeno in Uganda viene nominato un Ministro per non mandarlo al processo. Per non parlare poi del decreto sulle intercettazioni telefoniche avverso a numerose  categorie sociali – ha concluso Serra – e Fini anche qui ancora una volta ha fatto valere le sue ragioni”. In proposito, ha risposto Mantovano, “il Capo dello Stato si chiama Napolitano e non Scalfaro, e non accetta soluzioni che non siano rispettose della volontà popolare. Il tema della legalità è delicato e complesso e non può essere strumentalizzato”. Si è quindi parlato di bipolarismo. “L’attuale legge elettorale”, ha ribadito Serra, “fa sì che 4 capipartito assumano dei camerieri. In aula non c’è più discussione. Il Parlamento è stato ucciso. E’ necessario pensare ad una legge elettorale diversa”. Di parere opposto Mantovano per il quale in Parlamento si continua a discutere: “Certo non dobbiamo illuderci che la politica sia diversa dal contesto sociale che la esprime. Riflette infatti una rottura che è nei fatti”.

Chiusa la parentesi della politica “attiva” si è parlato di immigrazione. Qualche numero: oggi abbiamo oltre 4 milioni di immigrati regolari, 650mila irregolari e sono loro che dal ’93 fanno crescere la popolazione italiana.  Per Serra il nostro Paese non ha mai affrontato il problema in modo serio e corretto, come ad esempio quello dell’integrazione.  Per Mantovano l’Italia in questo momento ha il maggior numero di rifugiati e se questo trend continuasse l’integrazione, per motivi culturali, sarà impossibile.  “Noi non blocchiamo i flussi”, ha concluso, “ma li abbiamo ridotti per capire quale sarà la proiezione futura”.