Marcegaglia al Cav.: Il suo consenso è straordinario, lo metta a frutto
21 Maggio 2009
di redazione
Silvio Berlusconi è seduto in prima fila, all’Assemblea di Confindustria. Accanto a lui ci sono il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e di diversi rappresentanti del mondo politico e sindacale.
E proprio a lui è riservato uno dei passaggi più «politici» dell’intervento: "Il consenso che lei ha saputo conquistarsi è un patrimonio politico straordinario. Lo metta a frutto. Usi quel patrimonio per le riforme che sono necessarie. Lo faccia adesso. La crisi – ha aggiunto – non può essere l’alibi per non fare le riforme di cui abbiamo bisogno".
Il presidente di Confindustria si rivolge a Berlusconi per sollecitare quel percorso di riforme necessario a far crescere il Paese e a evitare che salti la coesione sociale. «Il governo gode di un ampio consenso, ottenuto dalle urne, che si è consolidato nell’opinone pubblica e che gli conferisce un forte mandato», spiega. Il ruolo della politica, d’altra parte, è fondamentale. Ed il suo processo di autoriforma è apprezzato dagli imprenditori perché "una politica che litighi meno serve a tutti", dice ancora riconoscendo come sia ora "meno frammentata nella sua rappresentanza istituzionale alternando delegittimazioni reciproche, ancora troppo aspre, a occasioni nelle quali i toni e il confronto diventano più adeguati alla serietà dei problemi".
Nel complesso, dunque, "segnali positivi" che Confindustria "incoraggia".
La ricetta della Marcegaglia contro la crisi: le riforme. Perché "senza le riforme, al passo corto che l’economia italiana ha mostrato negli ultimi dieci anni, il ritorno sui livelli produttivi pre-crisi non avverrebbe prima del 2013. Un arco di tempo troppo lungo per non avere conseguenze negative sulla vita dei lavoratori e delle imprese e sulla stessa coesione sociale".