Marchini: “Pd grande sconfitto nella vicenda Marino”

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Marchini: “Pd grande sconfitto nella vicenda Marino”

18 Novembre 2015

di EdG

Alfio Marchini, è calato il sipario sull’amministrazione Marino. Se un marziano guardasse ciò che è accaduto nella capitale d’Italia, cosa penserebbe?

 
"Farebbe causa al finto ‘marziano’ (come hanno definito Marino). In realtà era solo un gran furbone caduto in una guerra interna tutto cinismo e doppiopesismo. Roma come sempre ha dimostrato di essere infinitamente più generosa dei suoi carnefici che non hanno neanche l’eleganza di chiederle scusa".

 
E’ vero, come lascia intendere l’ex sindaco, che il susseguirsi di disavventure che lo hanno travolto sono frutto di un complotto dei poteri occulti scoperchiati dall’inchiesta su Mafia Capitale, decisi a vendicarsi di Ignazio Marino per la sua intransigenza?

 
"A Roma piuttosto che poteri forti c’è una grande abbondanza di poteri marci che anche con Marino hanno continuato indisturbati a fare i loro interessi. Se non fosse intervenuta la magistratura Buzzi e compagnia continuavano felici. Parlano i numeri di appalti ottenuti senza gare durante la gestione Marino che sono stati numericamente maggiori anche della sciagurata gestione Alemanno".

 
Secondo lei, al fondo, l’amministrazione Marino è arrivata al capolinea per la Panda rossa e per gli scontrini, o per l’incapacità di governare la Città eterna?

 
"Le vicende da lei evocate, per la loro portata simbolica, hanno rappresentato agli occhi dei romani e ben oltre i confini della Capitale il paradigma di una situazione insostenibile avviata speditamente verso un inglorioso capolinea. Hanno aggiunto un tocco di grottesco a un fallimento amministrativo di ben più vaste proporzioni".

 
Ciò che è accaduto è tutta colpa dell’ex sindaco o qualche responsabilità in questo inglorioso epilogo ce l’ha anche il suo partito, il Pd, che prima lo ha difeso a spada tratta e poi lo ha fatto cadere?

 
"Il PD è il grande sconfitto della sindacatura Marino".

 
Ci sono ancora speranze per la capitale? Qual è la Roma che ha in mente Alfio Marchini?

 
"Il futuro di Roma dipende da noi romani. La festa è finita e con lei, l’illusione che lavoro, servizi efficienti, sicurezza possano esistere senza uno scatto di orgoglio civico di ognuno di noi. Chi ha la fortuna di un lavoro deve onorarlo a partire dai dipendenti pubblici per finire agli imprenditori. Roma ha dato a tutti infinitamente di più di quanto abbia ricevuto. È giunto il tempo di ripagarla. Si tratta di intercettare questa speranza e trasformarla in un progetto. Che personalmente ho molto chiaro, e muove dai diversi caratteri della città: capitale d’Italia, capitale d Europa, capitale del Mediterraneo, capitale della cristianità. Un crocevia di contraddizioni, vista la complessità che ciascuno di questi caratteri evoca nell’epoca contemporanea? Forse. Ma la sfida è coniugarli e trasformarli in opportunità".

 
A maggio, oltre che a Roma, si voterà in numerose importanti città. Si tratta di un appuntamento il cui significato trascende evidentemente la dimensione amministrativa e locale e potrebbe sconvolgere un quadro politico nazionale che oggi sembra prefigurare una scelta obbligata tra Renzi e Grillo. È possibile che dalle amministrative di primavera emerga una dimensione alternativa al renzismo?

 
"A Roma è nato due anni fa un movimento politico che ha dimostrato di avere la forza e la coerenza per sopravvivere allo sgretolamento dei partiti. Ha dimostrato,come civismo e politica si contengono l’un l’altro. Di come anche una forza che coinvolga le forze civiche sa essere determinante e risolutiva al punto da esser stati capaci di far dimettere il sindaco della capitale. Questa è la strada: modernità e valori. Coinvolgere le forze civiche per ossigenare la politica che ha una funzione vitale per ogni società".

 
Lei ha fatto ingresso nella scena politica romana indossando le vesti del civismo. Che spazio c’è per la dimensione civica nella politica di oggi? E’ possibile che nella costruzione di un’alternativa a Renzi sia il movimentismo civico a trainare la politica tradizionale e non viceversa?

 
"Come detto civismo e politica si contengono: la seconda è il barometro del primo. Senza un forte e generoso civismo non ci sarà mai buona politica. Politica senza civismo è solo mestiere e si è visto come va a finire…".

 
Facciamo un gioco. Immaginiamo che oggi si chiuda la presentazione delle liste per le comunali a Roma e che ci sia da mandare in tipografia le schede elettorali con candidati, simboli e coalizioni. Cosa vorrebbe che ci fosse stampato nella colonna del candidato Alfio Marchini?

 
"Oggi per fortuna le tipografie sono chiuse…. La nostra proposta per Roma la presenteremo con programma,delibere e visione. Su quella base faremo le alleanze necessarie per garantire a Roma un futuro degno della sua storia".


Silvio Berlusconi ha annunciato più volte il sostegno alla sua candidatura. Come vive il dibattito nel centrodestra sulle amministrative capitoline?

 
"Rispetto il travaglio altrui e invito tutti a ragionare nel merito e non su astratti impianti ideologici che rimangono dibattiti surreali se non si calano su precise indirizzi programmatici. Cosa fare. Come e con quali mezzi. Con quali tempi e con quale idea della Roma dei prossimi dieci anni".

 
Uno dei problemi della politica di oggi è la disaffezione dei giovani. Lei a settembre è stato ospite della Summer School della fondazione Magna Carta. Che impressione ha ricavato dai ragazzi? Crede nei luoghi di formazione e confronto come fucine della classe dirigente del futuro?

 
"Ho ricavato un’impressione molto positiva, lontana dagli stereotipi. In un mondo che paradossalmente è allo stesso tempo iperconnesso e arido di stimoli, ho colto in quei ragazzi la capacità di sognare in grande e l’umile voglia di approfondire per essere un giorno in grado di realizzare i propri sogni".