Marea Nera. Si allarga l’emergenza al Sud, Obama annuncia visita entro 48 ore

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Marea Nera. Si allarga l’emergenza al Sud, Obama annuncia visita entro 48 ore

01 Maggio 2010

Anche Alabama e Mississippi, come già avevano fatto Louisiana e Florida, hanno dichiarato lo stato di emergenza per la marea di petrolio proveniente dalla piattaforma affondata nel Golfo del Messico e arrivata ormai davanti alle coste.

La guardia costiera avverte che la perdita di greggio potrebbe aumentare ancora e la Louisiana ha arruolato perfino i detenuti per la ripulitura. Intanto cominciano a fioccare le azioni legali contro le due società coinvolte: la proprietaria della piattaforma, la svizzera Transocean, e l’utilizzatrice, la britannica BP. Alabama e Mississippi hanno dichiarato lo stato di emergenza per coordinare meglio gli interventi con le autorità federali.

Secondo un rapporto della guardia costiera, se la colonna spezzata della piattaforma affondata dovesse cedere ancora, il flusso di petrolio potrebbe diventare «incontrollato» e arrivare a un volume superiore a ogni previsione. Dal Texas alla Florida, sono a decine intanto le societ… che hanno denunciato Transocean e BP: cooperative di pescatori, enti di turismo marittimo e commerciale, titolari di impianti turistici che si affacciano sul Golfo del Messico. In Louisiana il governo locale ha cominciato ad addestrare anche i detenuti alle operazioni di pulitura, dopo che sono stati soccorsi i primi uccelli marini imbrattati dal greggio e cinquemila delfini sono rimasti intrappolati dalla chiazza. Ma, almeno fino a ieri, nello sterminato Delta del Mississippi, un’area praticamente isolata, la vita continuava normale. Petrolio, niente, o davvero molto poco. Al massimo una macchia, neanche troppo grande, una fine pellicola nera che ricopre la superficie del mare.

Oltre tre ore di giro in barca nel Delta ieri pomeriggio non ci hanno fatto trovare i tentacoli di greggio che si sarebbero già insediati in alcuni dei canali. Il Delta del Mississippi è sterminato, e se, come si teme sempre più, la marea nera investirà nelle prossime ore questi infiniti canneti pieni di vita selvatica, ripulirlo sarà un’impresa proibitiva e ci vorranno anni, se non decenni, per liberarsi totalmente dalla marea nera. Partendo dal porto di Venice, prima di raggiungere il Mississippi navighiamo per canali in mezzo ai canneti, che spesso nascondono gli oleodotti delle grandi compagnie petrolifere, come ricordano cartelli qua e là. Una volta nel Golfo, prima di andare nelle aree ecologiche protette, vediamo una serie di piattaforme petrolifere all’orizzonte.

Quella esplosa era più lontano, a oltre 30 miglia. Per andarci, ci vuole l’elicottero. Vicino all’area protetta, di barriere e battelli anti-inquinamento neanche l’ombra. Sono molto a più a sud, verso le piattaforme.

Intanto, la Casa Bianca ha annunciato che il presidente Barack Obama visiterà le zone colpite dalla marea nera entro le prossime 48 ore. Non sono stati forniti altri dettagli sulla visita. "Il presidente si recherà nel Golfo del Messico nelle prossime 48 ore per rendersi conto della fuga di petrolio e della reazione delle autorità", si legge nel comunicato della Casa Bianca. La marea nera nel Golfo del Messico rischia di provocare la peggiore catastrofe ecologica degli Stati Uniti.