Margaret Thatcher, muore l’icona della Rivoluzione Conservatrice

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Margaret Thatcher, muore l’icona della Rivoluzione Conservatrice

08 Aprile 2013

La baronessa Margaret Thatcher è morta a 87 anni per un ictus. Era nata nel 1925 e sopravvissuta a un attacco bomba dell’IRA. Dal 1979 al 1990 è stata l’unica donna a guidare il governo britannico. La grande icona, con Ronald Reagan, della "Rivoluzione Conservatrice". Riportiamo una serie di commenti, news, link di approfondimento sulla biografia umana e politica della "Lady di Ferro", come l’avevano scherzosamente ribattezzata gli arcinemici sovietici.

L’INDIPENDENT ricorda i passaggi più celebri della vita di "Maggie", sottolineando che "nei suoi 11 anni trascorsi al potere anche i suoi critici hanno dovuto ammettere che Lei aveva cambiato la faccia del Paese. Buckingam Palace ha fatto sapere di aver "accolto con tristezza" la notizia, mentre in un twitter il primo ministro conservatore, David Cameron, ha dichiarato: "E’ con grande tristezza che apprendo della morte di Lady Thatcher. Abbiamo perso un grande leader, un grande primo ministro e una grande inglese".

Secondo il FINANCIAL TIMES, Maggie "ha cambiato tutti noi", ridando nuovamente agli inglesi la fierezza di essere tali. Grazie a Lei la Gran Bretagna "è tornata a contare" sullo scenario internazionale, con il suo "stile forte e controverso" ha ridato slancio a una politica estera inglese che era ormai divenuta troppo blanda. Se in politica interna dovremo ricordarla come la donna che trasformò "la sclerotica economia inglese", in politica estera fu "il leader indomito che sconfisse l’Argentina nella guerra delle Falkland, che decise di rendere Mikail Gorbaciov un leader sovietico con cui ‘si poteva fare affari’ e che inspirò rispetto facendo del ‘thatcherismo’ una filosofia politica che non è mai remissiva" sul fronte domestico o nelle relazioni internazionali.

L’HUFFINGTON POST scrive che per i suoi ammiratori più sfegatati Maggie era un mito, una figura di estrema saggezza per la Nazione, pari soltanto alla figura di Winston Churchill, ma "secondo i suoi critici più veementi, fu una donna bellicosa, in casa e all’estero, che distrusse l’industria nazionale". L’Huffington la descrive inoltre come una "figura divisiva" all’interno del partito conservatore inglese, in particolare sulle questioni che riguardavano l’integrazione con l’Europa; dopo di lei, il partito "sarebbe entrato in declino com’era accaduto prima che la Thatcher salisse al potere". Ironicamente, suggerisce sempre l’Huffington, il "New Labour" di Tony Blair sarebbe diventato parte della formidabile eredità di Magie. I laburisti "si mossero verso il centro dello spettro politico con echi di thatcherimo, dal preservare la deterrenza nucleare britannica al dire alle madri single che al posto del welfare dovevano cercarsi un lavoro".

Lo SPECTATOR ricorda di essere stato il solo giornale inglese a sostenere pienamente la Thatcher dalla metà degli anni Settanta, nonostante i dubbi di allora, "E’ veramente una buona idea candidare una donna?" si legge in un pezzo ripubblicato in memoria di Maggie che risala al ’75, "Una donna può vincere le elezioni?". E "può vincerle questa donna?" erano le incertezze che circondavano la discesa in politica della futura Lady di Ferro. La risposta dello Spectator fu sì, perché Lei dimostrava di essere dalla parte di tutto ciò che si definisce conservatore, "per la famiglia e per l’individuo, contro lo Stato e contro la burocrazia, contro i monopoli e i cartelli, per il popolo e contro il collettivismo". La Thatcher permise agli inglesi di "resistere alla tentazione di aspettarsi che lo Stato li trattasse come dei bambini".