“Marines” e contractors difenderanno i mercantili italiani

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“Marines” e contractors difenderanno i mercantili italiani

16 Luglio 2011

Sembra finalmente in dirittura d’arrivo la Legge che consentirà anche ai mercantili italiani di imbarcare forze di sicurezza quando attraversano l’Oceano Indiano o altri spazi marittimi infestati dai pirati. Grazie anche all’intesa tra governo e opposizione, le Commissioni esteri e difesa del Senato hanno approvato un articolo del decreto legge sul rifinanziamento delle missioni militari all’estero che autorizza gli armatori a sottoscrivere accordi con il ministero della Difesa per l’impiego di militari della Marina a bordo delle navi o a utilizzare servizi di vigilanza privata.

Una misura necessaria già adottata da tutti i Paesi Occidentali la gran parte dei quali autorizza l’impiego di guardie private armate mentre la Francia imbarca sui suoi cargo e pescherecci fanti della Marina. L’Italia adotterà entrambe le misure rivelatesi efficaci a respingere, spesso con perdite tra gli aggressori, gli arrembaggi dei pirati somali. “Non si tratta di dare la caccia ai pirati ma della protezione delle singole navi in caso di minaccia in atto” sottolinea l’ammiraglio Fabio Caffio, esperto di Diritto del mare.

Oltre 120 assalti ogni anno e decine di navi catturate (34 imbarcazioni e 700 marinai sono prigionieri dei pirati somali incluse le navi italiane Savina Caylyn e Rosalia D’Amato con 44 marinai a bordo 11 dei quali italiani) confermano la necessità di queste misure di protezione almeno fino a quando la comunità internazionale  non si deciderà a spazzare via dai mari i pirati somali distruggendo le loro “tortughe” sulla costa e affondando i loro barchini e navi-madre.

L’imbarco di militari e guardie private risulterà anche più economico rispetto alle scorte effettuate dalle navi da guerra internazionali e garantirà risultati concreti. Il Decreto Legge consente “l’imbarco, a richiesta e con oneri a carico degli armatori, di Nuclei Militari di Protezione (NMP) della Marina” ai quali verranno attribuite “funzioni di polizia giudiziaria” riguardo ai reati relativi alla pirateria.

Si tratta di marines del Reggimento San Marco (in questi giorni circa 450 di essi stanno raggiungendo l’Afghanistan dove opereranno per sei mesi nella provincia di Farah) come previsto dall’accordo messo a punto tra la Marina e l’associazione degli armatori Confitarma. Militari che ben conoscono il teatro operativo dell’Oceano Indiano perché hanno operato a lungo in Somalia negli anni ‘90 e perché negli ultimi tempi sono stati imbarcati sulle navi da guerra impiegate nelle operazioni Nato e UE di contrasto alla pirateria.

Il provvedimento ha raccolto l’apprezzamento del presidente di Confitarma, Paolo d’Amico, e le critiche dell’onorevole e medaglia d’oro al valor militare Gianfranco Paglia, di Futuro e Libertà, che parla di “militari in affitto” e provocatoriamente propone “un emendamento che permetta a chi abita in posti isolati con alto tasso di criminalità di prendere in affitto a proprie spese una volante dei Carabinieri o un carro armato dell’Esercito per contrastare la delinquenza”.

L’impiego dei militari a tutela degli interessi economici e commerciali non è una novità né nella storia marittima né nell’attualità italiana che vede i soldati impiegati anche a protezione di cantieri stradali e ferroviari. Secondo Caffio “con questo incarico la Marina assolve il compito istituzionale di proteggere gli interessi nazionali all’estero”.

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