Marino, affermazione netta. Un romano su due però non va a votare
10 Giugno 2013
di redazione
"Sono emozionato perché mi rendo conto della responsabilità che la città mi consegna". A Roma vince con ampio margine Ignazio Marino, 63,9 %, i suoi gridano "daje", lo slogan della campagna elettorale. "Spero nei prossimi anni Roma possa essere orgogliosa di me. Ognuno può partecipare alla rinascita di questa città. Io ci credo veramente", dice il nuovo sindaco spiegando che la Capitale deve tornare ad essere modello morale per il resto dell’Italia. "Da oggi dobbiamo lavorare non sulla base delle ideologie ma sulla base della idealità".
Per il primo cittadino uscente, Gianni Alemanno, la telefonata di rito: "La vittoria di Marino è netta" e le spiegazioni dovute: astensionismo e il deludente risultato del Pdl a livello nazionale. "Faremo una riflessione molto forte e profonda e faremo un’opposizione seria e non distruttiva come quella che ho subito io nel mio mandato", Alemanno avverte che l’opposizione non abbandonerà la città, colpita come il resto del Paese dalla crisi economica.
Quello di Marino è il risultato più alto da quando esiste l’elezione diretta del sindaco, anche se a fronte di una affluenza bassissima. Metà dei romani è andata a votare al ballottaggio e la maggioranza ha premiato il Pd. "Sento una grande responsabilità per i romani e le romane che non si sono recati alle urne a causa delle disillusione nei confronti della classe dirigenti", annuncia il sindaco dicendo che gli ultimi non saranno lasciati indietro. "Il voto dei romani chiude finalmente un quinquennio di incuria e di errori che Alemanno e la sua giunta hanno prodotto per incapacità, per scarso amore e per perseguire interessi personali", è il commento dell’ex sindaco Veltroni.