Marino al Roma Pride: si può ancora criticare l’agenda gay?
08 Giugno 2014
di Joe Galt
La notizia di oggi non è tanto che c’è il Roma Pride e che il sindaco Ignazio Marino sfilerà alla testa del chiassoso, disinibito, e a volte anche osceno (nel senso della nudità esibita) corteo omosessuale. Nella convinzione, secondo gli organizzatori, che "devono esserci diritti e uguaglianza per tutti, a prescindere dall’orientamento sessuale". In realtà, nessuno vuole ledere i diritti degli altri. Se mai la notizia è: si può ancora criticare liberamente il gay pride?
Adesso e in futuro sarà garantito anche un altro diritto, quello della libertà di parola, per chi si oppone politicamente alla "agenda gay" – come la definì una volta il giudice della corte suprema americana Scalia?
Dietro quella apparenza divertente, i palloncini colorati, i corpi esibiti sui carri, la musica ad alto volume, c’è infatti il tentativo di piegare la politica e la società italiana ai desiderata del politicamente corretto. Niente di male, è la politica, bellezza, ma Marino, sindaco delle minoranze, dopo le aperture sulla cannabis e sulla prostituzione, ora sceglie di marciare al gay pride con Muccassassina e circolo Mario Mieli, forse ispirandosi al modello di governo Zapatero. Riunisci le minoranze e impera, appunto.
Il mondo gay ha anche chiesto al premier Matteo Renzi di mantenere "gli impegni presi con la comunità Lgbtqi durante le primarie del Partito Democratico e subito prima di sostituire al Governo Enrico Letta". Non poteva mancare l’hashtag #matteometticilafaccia. Che senso ha il gay pride? Lo dice la parola stessa: dimostrare che si è fieri di essere omosessuali, una festa dell’orgoglio identitario celebrata da chi le identità sessuali le ritiene oltremodo labili e mobili. Ad altre latitudini, le comunità che si sono rifiutate di ospitare le parate, come è avvenuto negli USA (legittimamente, non stiamo parlando di Putin), sono state denunciate dagli organizzatori dei cortei.
Si può pensare di essere immuni dalle critiche solo perché si sale su quei carri festosi? Possiamo essere contrari alle nozze omosessuali e alle adozioni di bambini fatte da coppie gay senza per forza dover incorrere nelle maglie della polizia del pensiero? Si può, vero sindaco Marino?