Marino, tra 10 giorni restauro Colosseo. La prima buona notizia per Roma
08 Luglio 2013
di redazione
Il restauro del Colosseo partirà tra dieci giorni, annuncia il sindaco Marino, passando dalle proposte ancora astratte sulla pedonalizzazione di Via dei Fori imperiali alla molto più concreta operazione sponsorizzata dal gruppo Tod’s. Marino ha comunque illustrato in conferenza stampa il progetto di limitazione del traffico su via dei Fori Imperiali e la valorizzazione dell’area archeologica. La prima fase partirà con una sperimentazione ad agosto, quando il traffico fa meno paura. Ma veniamo al Colosseo e alla decisione di Marino, che per adesso va nella direzione giusta.
Il destino del Colosseo, il millenario monumento di Roma, una delle sette meraviglie del mondo resa immortale nella cultura pop dal film “Vacanze Romane”, fa un po’ da spartiacque tra destra e sinistra. Prima delle elezioni, l’attuale ministro Bray aveva definito "un errore che lo Stato si sia rivolto ai privati per il restauro del Colosseo, il patrimonio artistico e culturale del Paese non può essere ceduto a logiche privatistiche". In realtà l’accordo tra il Comune di Roma e l’imprenditore Diego Della Valle vede il Gruppo Tod’s impegnato nei lavori di restauro in cambio dell’esclusiva (15 anni, rinnovabili) sulla immagine mondiale del monumento. 25 milioni di euro che probabilmente il Comune di Roma e lo Stato italiano avrebbero avuto non poche difficoltà a sborsare in tempi di crisi come questi.
Il Colosseo infatti è ferito: le condizioni del monumento sono preoccupanti, oltre 3.000 lesioni, fessurazioni, cedimento di 40 centimetri nel 2012…, e i lavori di restauro più consistenti sono fermi agli anni Novanta. L’opposizione dura dei sindacati, le manifestazione naif dei “centurioni” che protestavano vedendo a rischio i loro piccoli business, i ricorsi presentati al Tribunale di Roma e alla Corte dei Conti, le denunce del Codacons e delle aziende concorrenti tagliate fuori dal progetto, insomma tutto l’armamentario giuridico e burocratico che reagisce immediatamente quando si tocca il nervo scoperto dell’uso privato di beni pubblici, ha fatto sì che a oltre un anno di distanza i lavori di restauro non siano ancora iniziati. All’inizio di Febbraio, una sentenza del Tar del Lazio ha dato ragione a Della Valle (non è la prima).