Marò, accusa terrorismo fa male. “Anche noi siamo pescatori”
06 Febbraio 2014
di redazione
Massimiliano Latorre e Salvatore Girò, i due Marò italiani ingiustamente detenuti in India, tornano a parlare dalla ambasciata di Nuova Delhi in attesa della decisione della procura generale indiana di lunedì prossimo. "Non siamo terroristi", dicono, e fa male sentirsi solo imputare una accusa del genere. Ne parlano con La Stampa, "Noi eravamo su quella nave come soldati e come agenti di polizia giudiziaria, comandati dallo Stato", spiegano. L’accusa di terrorismo fa male "Come uomini, come militari, come padri di famiglia" (Latorre), "Siamo innocenti. Noi siamo uomini di mare, e la morte dei due pescatori indiani ci dispiace. Ma non ci sentiamo assolutamente responsabili" (Girone). Secondo La Stampa, i Marò "si mostrano provati, disorientati, stanchi. Non vogliono o non possono parlare di quel che è successo a bordo della nave. Non vogliono parlare della loro vita privata, delle famiglie. Dopo mezz’ora se ne vanno con l’Addetto militare, al lavoro in ufficio".