Marò, ci mancava solo l’Antiterrorismo indiano
01 Aprile 2013
Il ministero dell’Interno di Nuova Delhi lascia trapelare che delle nuove indagini sul caso Erica Lexie e quindi del destino dei nostri Marò, Latorre e Girone, si occuperà la NIA, una specie di FBI che in India viene usata come antiterrorismo.
Gli agenti del NIA dovranno fornire nuove prove e materiale probatorio ai giudici del tribunale ad hoc che, speriamo presto, decideranno sulla vicenda, dopo l’apparente messa in soffitta del tribunale del Kerala e del materiale raccolto dalla scientifica in un primo tempo.
"La NIA investigherà il caso dall’inizio e presenterà i capi d’accusa ad una speciale corte dello stessa NIA o in qualunque altra corte speciale disposta dal governo d’accordo con la Corte Suprema". La NIA è stata costituita nel 2009 in seguito all’attentato islamista a Mumbai e non sfugge questo affidare il caso un’agenzia che si occupa di antiterrorismo.
I media e i grandi giornali indiani hanno sempre spinto il pedale sull’"atto di terrorismo" commesso dai nostri Marà, definizione usata proprio dalla Suprema Corte indiana. Le carte si rovesciano insomma, i Marò che dovevano difendere la Lexie dai pirati adesso diventano i terroristi da cui bisogna difendersi.
In mezzo, va ricordato, ci sono le vite spezzate dei pescatori indiani uccisi per errore dai nostri militari. Un verdetto che prima o poi dovrà arrivare. Nel frattempo ci manca solo che qualche ministro indiano non chieda di spedire i nostri ragazzi a Guantanamo.