Marò, Renzi: “Lavoriamo con India”. Delhi chiede garanzie su Girone

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Marò, Renzi: “Lavoriamo con India”. Delhi chiede garanzie su Girone

01 Aprile 2016

Il premier Matteo Renzi interviene sulla vicenda dei Marò. "Modi e io abbiamo ereditato una situazione difficile che non abbiamo cercato, frutto di vicende complicate e di qualche errore nel passato", dice Renzi riferendosi al suo omologo indiano. "Oggi è in corso un giudizio presso il tribunale penale internazionale. Stiamo lavorando con grande rispetto perché si possa stabilire un clima di buone relazioni con l’India, lavoriamo con Modi. Aspettiamo le decisioni del tribunale penale internazionale".

 

L’Italia ha chiesto al Tribunale arbitrale dell’Aja il ritorno in patria del fuciliere Salvatore Girone, in attesa che la corte stabilisca chi deve esercitare la sua giurisdizione sul caso dei Marò. Il governo dell’India si è impegnato durante il vertice Ue di Bruxelles a "rispettare in ogni caso le decisioni dell’arbitrato internazionale in corso" all’Aia sulla vicenda dei marò italiani accusati di aver ucciso, nel corso di una missione anti-pirateria, due pescatori indiani al largo del Kerala il 15 maggio del 2012. Lo hanno sottolineato fonti qualificate dell’Ue oggi a Bruxelles, riferendo i risultati del vertice di ieri a cui hanno partecipato, oltre al premier indiano, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker e l’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini.

 

Secondo le fonti l’impegno a rispettare le decisioni dell’Aia dovrebbe comprendere anche le "misure provvisorie" che l’arbitrato deciderà entro qualche settimana, oltre alla sentenza finale attesa non prima del 2018. Le fonti hanno sottolineato che quest’impegno, che figura al punto 12 della "dichiarazione congiunta" a conclusione del vertice Ue-India, è "il massimo che si poteva ottenere" dalla riunione di ieri, riguardo al caso dei fucilieri del San Marco. "L’Ue e l’India – si legge nella dichiarazione congiunta – hanno espresso la loro fiducia nella procedura di arbitrato sulla vicenda dei marò italiani", procedura che è "attualmente in corso nel quadro della Convenzione Onu sulla legge del Mare (Unclos), per il cui rispetto India e Italia sono fortemente impegnate".

 

"Entrambe le parti – prosegue la dichiarazione congiunta – contribuiranno su questa base alla soluzione della vicenda, facendo in modo che si servita la causa della giustizia per tutti coloro che ne hanno subito le conseguenze" "L’Ue – si legge ancora nel documento – condivide le preoccupazioni dell’Italia affinché sia trovata una soluzione rapida alla prolungata restrizione della libertà dei due marò. L’India ha sottolineato la necessità di rendere giustizia alle famiglie dei pescatori indiani che sono stati uccisi".

 

Le fonti hanno anche spiegato che la decisione di non tenere una conferenza stampa ieri sera, al termine del vertice, è stata presa "a seguito delle riluttanza da parte indiana a rispondere alle domande" che avrebbero potuto essere poste dai giornalisti. Secondo le fonti, tuttavia, questa "riluttanza" non riguarderebbe il cado dei marò, ma piuttosto "questioni interne relative al rispetto dei diritti umani, a poche settimane da alcuni appuntamenti elettorali". L’India ha diversi problemi, in particolare, per quanto riguarda il rispetto dei diritti di alcune minoranze religiose, la parità di genere e la violenza contro le donne.