Maroni dovrebbe già sapere che centrodestra vogliamo

"In Lombardia l’alleanza con NCD funziona," ha detto ieri il presidente Maroni, "però vorrei chiedere al partito di Alfano che ha intenzione di fare in futuro, se stare con la Lega, come in Regione, o con il Pd, come a Roma. Sarà interessante". In realtà è una domanda malposta.

Non si tratta di stare con uno o con l’altro, ma di scegliere per una cultura di governo responsabile, che dia fiducia agli italiani innanzitutto realizzando le riforme che aspettiamo ormai da troppo tempo. Se il governo e la sua maggioranza continueranno a dare risposte soddisfacenti, com’è avvenuto, per esempio (e si può fare meglio), sul tema del lavoro, della semplificazione fiscale, della riduzione della pressione fiscale, del piano casa, della sicurezza, della salute, con l’apporto decisivo dei ministri e dei gruppi parlamentari di Ncd, non faremo altro che confermare, coerentemente, la scelta coraggiosa fatta nei mesi scorsi: prima l’Italia, poi le appartenenze.

Come pure se in Lombardia l’universo Expo verrà interpretato come una reale opportunità per l’economia, il rilancio e la crescita, e siamo certi che Maroni lo intende così, ci saremo. Siamo per governare il cambiamento, difendere la nostra tradizione nazionale, fare gli interessi dei moderati, non per gridare "basta euro, chiudiamo l’Expo". Altri hanno indossato le ormai (tristemente) note magliette contro la moneta unica e speculato su temi nevralgici come l’immigrazione.

Per cui la vera domanda non è con chi stare ma che idea di centrodestra si vuole avere. Su che visione puntare. Il vecchio o il nuovo centrodestra. L’interesse nazionale o l’interesse particolare. La rabbia e la valvola di sfogo del populismo oppure i fatti, le cose concrete, le battaglie ideali del mondo conservatore, popolare, liberale. Ncd certe scelte le ha già fatte, ha un’identità ben precisa. Dalla dama nera di Francia all’Olandese calante, Maroni è pienamente consapevole delle scelte che invece sta facendo il suo partito?