Maroni rilancia il piano sicurezza e dà più poteri ai sindaci
05 Agosto 2008
di Sara Valeri
A due giorni dal dispiegamento dei militari nelle città più a rischio Maroni rilancia il suo piano per la sicurezza con l’approvazione del decreto che conferisce più potere ai sindaci. Il decreto, firmato oggi dal ministro degli Interni, completa il pacchetto sicurezza varato dal Governo e consente ai sindaci di intervenire "per prevenire e contrastare" situazioni di degrado.
Il sindaco, “che agirà come ufficiale di governo”, ha detto il ministro degli Interni in una conferenza stampa che si è tenuta oggi al Viminale, potrà emanare ordinanze per prevenire e contrastare, lo spaccio di stupefacenti, l’accattonaggio molesto, i danneggiamenti al patrimonio pubblico e privato, l’occupazione abusiva di immobili, gli intralci alla pubblica viabilità e la prostituzione su strada”. I sindaci saranno tenuti ad informare preventivamente dei loro provvedimenti i prefetti, i quali dovranno collaborare per dare attuazione a tali provvedimenti. E, nel caso di contrasti fra sindaco e prefetto la situazione dovrebbe essere risolta in sede di comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza.
“Noi diamo un margine di operatività ai sindaci con i soli limiti rappresentati dal loro territorio e dalle leggi vigenti”, ha spiegato Maroni, che in occasione della conferenza stampa ha anche tracciato un primo bilancio positivo della presenza dei militari nelle città.
Non imbracciano il mitra e non fanno paura. Anzi, "i militari preposti al pattugliamento di zone e obiettivi sensibili, centri cittadini e centri di prima accoglienza per extracomunitari – ha detto il ministro – hanno ricevuto un’ottima accoglienza da parte dei cittadini".
"Entro due, tre giorni – ha proseguito Maroni – sarà completato il dispiegamento del contingente sul territorio. La scelta di impiegare i militari nella vigilanza di siti sensibili e nei pattugliamenti misti in diverse città, ha detto Maroni, è "la strada giusta per garantire maggiore sicurezza ai cittadini e per dimostrare che lo Stato c’è e intende contrastare la criminalità, in particolare quella predatoria".
A Roma l’esercito è schierato a presidio degli obiettivi sensibili ma non si vedranno mimetiche per le vie del centro, neanche nei secondi sei mesi di applicazione del decreto sicurezza del governo. Lo ha assicurato il sindaco della capitale, Gianni Alemanno, in una conferenza stampa oggi in Prefettura.
"A parte delle enfatizzazioni su presunte polemiche con il governo – spiega Alemanno -, questa mattina ho sentito il ministro della Difesa Ignazio La Russa e questo dispositivo è perfettamente condiviso dal governo". Anche il prefetto Carlo Mosca ha precisato che i militari rimarranno fuori dal centro storico "anche per il futuro".
Nella capitale, in questa prima fase, sono 400 i soldati impiegati (tra cui 32 donne). Sono circa 10 gli uomini delle forze armate che dalle prime ore della mattina stanno presidiando la stazione della metropolitana Anagnina. Sono uomini appartenenti alla Brigata Granatieri di Sardegna che a bordo di quattro jeep stanno controllando il parcheggio esterno allo snodo ferroviario. Con loro anche Carabinieri del comando Appio.
A Napoli invece l’unico obiettivo sorvegliato dai soldati è il consolato americano. Ma dal Vomero a Posillipo, da Scampia a Secondigliano al centro storico le pattuglie perlustreranno la città partenopea parzialmente ripulita dall’immondizia. Aria nuova dunque a Napoli dove alcuni arresti sono stati eseguiti dai carabinieri nel corso di una operazione anticontraffazione condotta nel quartiere della Duchesca. I militari dell’esercito e i carabinieri hanno sequestrato un ingente quantitativo di merce contraffatta.
Sotto controllo anche la situazione a Milano che sembra tranquilla e non solo perché sotto il solleone si svuotano case e uffici all’ombra della “Madunina”. I 150 soldati che hanno affiancato la forze dell’ordine hanno sorvegliato una metropoli che parlava sottovoce. I militari hanno battuto chilometri per le vie cittadine ma niente, nottata tranquilla, a scapito delle aspettative. Si temeva magari per qualche ostilità nelle zone più affollate di stranieri irregolari. ”Altro che sei mesi – ha detto il titolare di un bar in via Padova – dovete rimanere per sempre”. Saranno 21 i posti presidiati nelle giornate più “calde”. Nella prima notte, invece, soltanto 12, nove fissi e tre “dinamici”, quelli delle pattuglie appiedate.
A regime i militari schierati in tutta la penisola saranno 3.000 un terzo dei quali ingaggiati per la vigilanza di obiettivi sensibili (che sono 51 a Roma, 20 a Milano e 1 a Napoli). Mentre 1.000 altri soldati controllano i Centri per immigrati (a Lampedusa e nelle città o province di Roma, Bari, Bologna, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Catanzaro, Crotone, Foggia, Gorizia, Milano, Modena, Siracusa, Torino, Trapani), altri 1.000 pattugliano nove città (Bari, Catania, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Verona).
Affiancare i militari alle forze dell’ordine costerà alle casse dello Stato 31,2 milioni nel 2008 e altrettanti nel 2009. Per quanto riguarda l’equipaggiamento, i militari in pattuglia – provenienti da tutte le Forze armate, ma in gran parte dall’Esercito – hanno l’uniforme d’ordinanza estiva. I soldati, che hanno ricevuto un addestramento specifico, avranno lo status di agente di pubblica sicurezza, ma non di agente di polizia giudiziaria: potranno identificare e perquisire, ma non arrestare, se non in caso di flagranza.
Il ministro ha poi aggiunto che un bilancio sulla iniziativa verrà fatto nei prossimi mesi per verificare "gli effetti e i risultati" prodotti sul campo.
E al termine della conferenza “Stato-Città”, svoltasi a Roma nella sede del ministero dell’Interno per definire le modalità di applicazione del Decreto Sicurezza varato dal Governo, il sindaco di Milano, Letizia Moratti si è dichiarata molto soddisfatta dell’intesa raggiunta oggi con il ministro Maroni sulla sicurezza nelle città.
”Due sono le novità importanti emerse – ha sottolineato il sindaco – per le quali esprimo una valutazione molto positiva. Il ministro ha infatti annunciato che la Finanziaria 2009 stanzierà cento milioni di euro aggiuntivi per la sicurezza, i cui criteri di ripartizione per città e per tipologie di spesa saranno definiti da un tavolo tecnico e poi a livello politico nei prossimi mesi. In secondo luogo – ha concluso la Moratti – il ministro Maroni ha accolto e ha detto di voler recepire come emendamento al Decreto Sicurezza la proposta fatta dall’Anci sulla più chiara distinzione tra uso e spaccio di stupefacenti. Questo consentirà di perseguire e punire molto più efficacemente il reato di spaccio e quindi la diffusione della droga che, nelle nostre città, rappresenta uno dei fenomeni più gravi all’origine della criminalità e quindi dell’ insicurezza dei cittadini”.