Maroni: “Su come censire rom decidono i prefetti”

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Maroni: “Su come censire rom decidono i prefetti”

01 Luglio 2008

"E’ lasciato alla decisione dei prefetti, che devono verificare caso per caso che cosa sia più utile fare per ottenere il censimento di chi vive nei campi nomadi". Così il ministro Maroni.

"Se tutti abbiamo davvero l’interesse a combattere la piaga dell’uso dei bambini rom nei campi nomadi per la delinquenza, dobbiamo prima informarci, capire quello che sta facendo il governo e poi semmai dargli una mano per risolvere il problema. L’unica associazione che finora l’ha fatto lodevolmente è stata la Croce rossa italiana". Lo afferma il ministro dell’Interno Roberto Maroni che in un’intervista a ‘Il Messaggero’ rilancia la sua proposta di identificazione dei rom nei campi nomadi tramite dati biometrici, impronte comprese.

Maroni assicura che con il prefetto di Roma Carlo Mosca, che aveva escluso di poter prendere le impronte digitali ad un singolo gruppo etnico, "c’è stato un chiarimento" mentre replica così alla proposta del prefetto di Napoli, Pansa, sul limite d’età dei 14 anni sotto il quale i rilievi sarebbero vietati: "Ma se l’obiettivo è fare il censimento e ottenere tutte le informazioni io non capisco come si possa dire che c’è un limite d’età». In ogni caso, "è lasciato alla decisione dei prefetti, che devono verificare caso per caso che cosa sia più utile fare per ottenere il censimento di chi vive nei campi nomadi".

Alla domanda se a Parigi con il suo omologo francese abbia parlato della questione-impronte, Maroni risponde: "Abbiamo parlato anche della questione rom. Loro hanno addirittura un dipartimento per la criminalità nomade. Sono più avanti di noi".

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni  ha comunque iniziato la sua giornata politica rispondendo agli attacchi partiti da più fronti sulla decisione di censire la popolazione rom in Italia partendo dalle impronte dei bambini nomadi: "La raccolta delle impronte ha l’obiettivo di sottrarre i bambini allo sfruttamento di genitori che costringono i figli, come è avvenuto a Verona, a rubare sotto la minaccia delle violenze. Io voglio intervenire – spiega Maroni – fare di tutto per impedire che situazioni come quelle che la magistratura e la polizia hanno accertato oggi a Verona non si ripetano.

Le critiche le leggo tutte – prosegue il ministro – ma quelle che sono immotivate, infondate, basate su ignoranza, non si sa qual e’ il provvedimento effetivo preso dal governo, queste critiche le leggo e poi le butto nel cestino.
Se tutti abbiamo davvero l’interesse a combattere la piaga dell’uso dei bambini rom nei campi nomadi per la delinquenza, dobbiamo prima informarci, capire quello che sta facendo il governo e poi semmai dargli una mano per risolvere il problema".