Marrazzo nell’abbazia di Montecassino. Ipotesi dimissioni sempre più vicina

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Marrazzo nell’abbazia di Montecassino. Ipotesi dimissioni sempre più vicina

27 Ottobre 2009

Per ritrovare serenità ed equilibrio, ora Piero Marrazzo si ritira in istituto religioso. Stamane ha abbandonato la sua abitazione per recarsi nell’abbazia di Montecassino dove trascorrerà un breve periodo di riflessione. L’ex conduttore di “Mi manda Raitre” sarebbe legato da un’amicizia di vecchia data al padre abate del monastero Benedettino, don Pietro Vittorelli. Le dimissioni potrebbero arrivare già in giornata.

Nella struttura religiosa trascorrerà parte della convalescenza “per permettergli di recuperare un po’ di serenità e di equilibrio” – come ha specificato il suo avvocato – dopo che ieri, visitato al Policlinico Gemelli, gli era stato diagnosticato un forte stress psicofisico. Il certificato prevede un periodo di riposo di trenta giorni.

Marazzo subito dopo la notizia degli arresti e del video era rimasto a casa con la sua famiglia.

Per quanto riguarda il fronte della indagini “non c’è stata alcuna convocazione in procura di Piero Marrazzo e non è neppure previsto che debba essere sentito. Almeno per il momento”. È quanto si precisa negli ambienti giudiziari di piazzale Clodio dove si smentisce, tra l’altro, l’ipotesi di un’iscrizione sul registro degli indagati del presidente della Regione Lazio. Chi indaga sottolinea anche che “allo stato degli atti non ci sono tracce di altri esponenti politici sotto ricatto perché finiti nel giro di trans”. In procura si ribadisce che Marrazzo, in questa vicenda, rimane parte offesa: dunque, non sarà aperto nei suoi confronti un procedimento per l’ipotesi di peculato (in relazione all’uso dell’auto blu) e per quella di corruzione (con riferimento al denaro preso dai carabinieri che hanno fatto il blitz nell’appartamento del trans in via Gradoli).

L’avvocato di Marrazzo, Luca Petrucci, ha chiarito che il suo assistito non ha mai provato a comprare il video con cui i carabinieri della compagnia Trionfale lo ricattavano: “Non conosce il prezzo del filmato voleva solo esaminarne il contenuto”. Petrucci ha anche sottolineato che Marrrazzo “non aveva pattuito 5mila euro con il transessuale. I tremila euro sul tavolino di Natalì (il transessuale che avrebbe avuto un incontro intimo con Piero Marrazzo) erano provento della sua attività”.

“Piero – ha aggiunto Petrucci – aveva duemila euro nel portafogli. I tremila euro sul tavolino non erano stati dati da Marrazzo a Natalie, ma erano provento del lavoro di quest’ultimo e forse in parte gli erano stati dati da Piero”.

Marrazzo, ha detto ancora l’avvocato, che resta consigliere regionale nonostante l’autosospensione dall’incarico di presidente, è in questa vicenda “parte offesa perché vittima di un ricatto ordito da corpi deviati dello Stato che si fanno i fatti altrui e vanno a taglieggiare i trans”.

Un’ultima precisazione riguarda la storia del video: “Marrazzo non ha mai trattato sul prezzo per averlo, ha ricevuto una telefonata da Berlusconi che ha molto apprezzato e a quel punto ha cercato di indagare per conto suo per rintracciare il video e capire di che cosa si trattasse. Era arrivato all’agenzia Masi, perché in certi ambienti si sa chi smercia queste robe, ma nel frattempo sono arrivati i provvedimenti di fermo della procura a carico dei quattro carabinieri”.