Mastella e Di Pietro fanno pace  e il governo cade sul G8

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Mastella e Di Pietro fanno pace e il governo cade sul G8

31 Ottobre 2007

Stavolta la maggioranza non è andata sotto al Senato dove la cosa non è neanche più una notizia.

Il nuovo fronte interno al già traballante esecutivo si è infatti aperto all’interno della commissione Affari costituzionali della Camera. Che ha negato a Giancarlo Bressa, relatore della istituenda commissione parlamentare d’inchiesta sul G8, il potere di riferire in Parlamento su detta iniziativa.

Che è come avere affossato per sempre la cosa.

Con 22 voti pari tra Unione e Cdl e con Mastella e Di Pietro che si sono riconciliati a spese della maggioranza avendo entrambi votato insieme all’opposizione. Dopo questo ennesimo incidente di percorso secondo qualcuno potrebbe iniziare il conto alla rovescia. Anche perchè i franchi tiratori non si sono di certo nascosti e in serata una ambigua dichiarazione al Tg1 del ministro dell’interno Giuliano Amato ha fatto pensare più di qualcuno che Mastella e Di Pietro in realtà abbiano agito stavolta non per la solita visibilità ma per tirare le castagne via dal fuoco all’esecutivo. Magari su commissione.

Per Amato infatti “la ferita c’è, perchè i fatti del G8 debbono essere accertati in quanto qualcosa di veramente grave allora è successo.”

Però il ministro non parla di Commissione parlamentare d’inchiesta ma fa capire che è la magistratura su cui bisogna riporre fiducia:  “c’è un tribunale che sta accertando la verità, ed è stata la giustizia ciò che Iddio ha inventato per accertare la verità degli uomini”.

Di tutt’altro tenore le reazioni della sinistra comunista e antagonista, no global compresi.

Da Heidi Giuliani (madre del manifestante ucciso a Genova nel luglio del 2001 mentre tirava un estintore addosso a un carabiniere assediato nella propria camionetta, eletta nelle file di Rifondazione in Parlamento) che non nasconde il proprio sdegno, a Francesco Caruso, da Russo Spena a Paolo Cento, i toni sono stati tutt’altro che concilianti.

E si registra anche un battibecco tra il Guardasigilli Clemente Mastella che ha ironizzato dicendo che “la Commissione sul G8 nel programma dell’Unione non c’era” e  Francesco Caruso che lo ha invitato a leggere quelle 281 pagine “almeno una volta” e  a soffermarsi, in particolare, a pagina 77 dove sarebbe contenuto il riferimento a questo organismo che oramai molto probabilmente non si farà più.

Di Pietro ha ufficialmente motivato il voto contrario dell’Italia dei valori sulla constatazione che un processo è già in corso e che la commissione invece sembrava fatalmente  destinata a essere un’arma in mano a chi vuole denigrare le forze dell’ordine. Nonchè “un organismo a senso unico.”

Di fatto, come già in Commissione Vigilanza per la ‘sfiducia’ al presidente della Rai, Claudio Petruccioli, i due ‘nemici’ Clemente Mastella e Antonio Di Pietro si  ritrovano ancora una volta dalla stessa parte della barricata: cioè contro la maggioranza.

Nessuna reazione ufficiale fino a tarda sera nemmeno da parte del premier Romano Prodi.

Da Palazzo Chigi è filtrato solo il rispetto per una decisione del Parlamento sulla quale “ci sarà una valutazione da parte dell’esecutivo”.

L’impressione è che stavolta si tenterà di fare inghiottire l’amaro boccone ai comunisti e alla sinistra radicale, sulla falsa riga dell’adagio del “una volta per uno non fa male a nessuno”.

Dall’opposizione, ovviamente, arrivano dichiarazioni molto soddisfatte, al limite del sarcasmo.

Il leader di An Gianfranco Fini ad esempio sostiene che la commissione di  inchiesta  “era unicamente una cambiale in bianco che si pagava agli

amici dei black bloc, alla sinistra più radicale”. Compiaciuto anche il  segretario Udc, Lorenzo Cesa: “Tra un black-bloc e un poliziotto gli  italiani  sanno bene chi è l’aggredito e chi l’aggressore”.

Per il vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto, “siccome sul G8 ha indagato la magistratura e sono in corso processi, la commissione, in quanto tale, sarebbe solo un duro attacco alle forze dell’ordine.”

 Da ultimo Francesco Storace rilancia la sfida alla sinistra e dice che “di irresponsabile, di vergognoso e di clamoroso, sulla vicenda G8, c’è solo la lapide che al Senato ricorda un ultrà che voleva ammazzare un carabiniere”.