Matematica&sentimenti, la solitudine di Alice e Mattia

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Matematica&sentimenti, la solitudine di Alice e Mattia

31 Dicembre 2010

Mattia e Alice sono due ragazzi come tanti, soli in mezzo ad altri come loro. Sarà la loro particolarità – data da esperienze di vita contrastate e drammatiche – a renderli speciali, unici. Come numeri primi. In una Italia così grigia che potrebbe raccontare la storia di ognuno di noi l’esordiente Paolo Giordano ha scelto di restituire l’immagine di Torino, provando a spiegare “la solitudine dei numeri primi” anche a chi non è un matematico ma prova ad essere una persona felice.

Correva l’anno 2008 quando un allora 26enne irrompeva sulla scena editoriale italiana con un’opera prima che ha riempito numerose librerie (velocemente svuotate), colonne di giornale e siti internet. Edito da Mondadori, “La solitudine dei numeri primi” si è distinto anche aver ricevuto riconoscimenti letterari come il Premio Strega e il Premio Campiello opera prima sempre nel 2008.

Il libro si apre con due flash back che introducono i cambiamenti che per tutta la vita i 2 protagonisti dovranno sopportare come ineluttabile conseguenza delle loro azioni. L’intrecciarsi della vicenda vera e propria ricorda da vicino i romanzi di formazione di antica memoria, in cui vengono vissuti i riti di passaggio degli individui: dallo status di bambino prima, di adolescente poi e infine di adulto.

A fare da teatro, seppure immersa in una grigiore diffuso che la rende assimilabile a qualunque città di medie dimensioni, è Torino. Insolitamente, il capoluogo piemontese non viene mai menzionato in modo esplicito, ma vengono fatti riferimenti più o meno nascosti a luoghi simbolo della città come la chiesa della Gran Madre, la basilica di Superga e l’ospedale Maria Ausiliatrice.

Nelle quasi 350 pagine che compongono il volume vengono condensati una notevole quantità di temi, forse troppi. Una pecca del manoscritto è infatti quella di voler indagare la crescita interiore tanto di Mattia che di Alice, con il risultato di incrociare argomenti quali la matematica, l’anoressia, i primi appuntamenti, il matrimonio, lo studio universitario, la patente e così via, in un crescendo di intrecci e distanze sempre più complessi da tenere insieme.

Il risultato, malgrado gli appena citati difetti, è senz’altro buono, considerando il boom di vendite che ha accompagnato l’uscita del volume. Chi riesce ad avicinare il grande pubblico ai libri merita riconoscenza e incoraggiamento per il futuro.

A completare il successo ci ha pensato il cinema, che da poco più di 3 mesi, attraverso la regia di Saverio Costanzo, ha restituito sotto forma di lungometraggio le parole del fisico prestato alla scrittura. Nessun rischio dunque a donare Mattia e Alice ai propri cari. Anche a un paio d’anni dall’uscita il libro è godibilissimo, un sorta di usato sicuro, impreziosito da un aura dorata che le buone critiche (a volte troppo generose) gli hanno donato.

Infine, una curiosità. L’autore, in un’intervista del 2008, dichiarò di non sapere effettivamente se i due numeri scelti da Mattia per sé e per Alice nel romanzo, ovvero il 2760889966649 e il 2760889966651 fossero realmente primi. La matematica dice che è effettivamente così, una piccola magia dentro un piccolo/grande libro.