Mattarella delude e firma legge unioni civili, Comitato pronto a depositare quesiti referendum abrogativo
20 Maggio 2016
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato la legge sulle unioni civili. Lo si apprende dal sito del Quirinale. “Preso atto della decisione del presidente di firmare la legge sulle unioni civili, appena la stessa sarà pubblicata ci recheremo in Cassazione a depositare i quesiti referendari per la parziale abrogazione”, commenta Eugenia Roccella, presidente del comitato promotore del referendum parzialmente abrogativo della legge sulle unioni civili e parlamentare di ‘Idea’.
Il comitato promotore del referendum sulle unioni civili si è costituito nelle settimane scorse e comprende parlamentari di tutte le forze del centrodestra. Con Gaetano Quagliariello, Eugenia Roccella e Carlo Giovanardi, del movimento Idea, ci sono Maurizio Gasparri e Lucio Malan (Forza Italia), Gian Marco Centinaio e Nicola Molteni (Lega Nord), Francesco Bruni e Lucio Tarquinio (Conservatori e Riformisti), Fabio Rampelli ed Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia), Gian Luigi Gigli e Mario Sberna (Ds-Cd) e il senatore Maurizio Sacconi.
“Con il conforto di eminenti giuristi rimaniamo convinti delle macroscopiche violazioni di principi costituzionalmente garantiti nell’iter parlamentare della legge sulle unioni civili e di una evidente parificazione del nuovo Istituto, riservato alle coppie omosessuali, al matrimonio fra uomo e donna dell’art. 29 della Costituzione”, commenta Carlo Giovanardi.
“Non avendo potuto né al Senato né alla Camera votare emendamenti in Aula al maxi emendamento presentato dal Governo, sul quale è stata posta la fiducia dopo la memorabile ed elegante presa di posizione pubblica del Presidente del Consiglio Matteo Renzi: ‘se non metto la fiducia col cavolo che passano le unioni civili‘, non ci rimane che far esprimere il popolo italiano sulle fondamentali questioni antropologiche che riguardano le adozioni e l’aberrante pratica dell’utero in affitto.
Nelle intenzioni del comitato promotore, il referendum vuole abolire gli articoli della legge sulle unioni civili che creano discriminazioni tra le ipotesi di convivenza omosessuale e quelle eterosessuali, togliendo ogni alibi a temi come le adozioni gay e pratiche quali l’utero in affitto. Hashtag del referendum è #ciricorderemo, un messaggio chiaro al premier Renzi.
“L’atto conclusivo del presidente Mattarella sulla legge Cirinnà in materia di unioni civili delude, ma non sorprende, anche se solidi sarebbero stati gli elementi di diritto per un rinvio alle Camere”, dicono in una nota i parlamentari Maurizio Sacconi e Alessandro Pagano, che aggiungono: “in particolare è evidente la sovrapposizione tra le unioni civili e i matrimoni che la Costituzione riserva alle sole famiglie naturali.
“Come è evidente la carenza di copertura, soprattutto relativamente agli oneri a regime delle pensioni ai superstiti delle unioni civili. Si apre una necessaria riflessione su quali contrappesi possano, nel caso di approvazione della riforma costituzionale, costituire garanzia rispetto alle forzature che il primo partito, grazie alla maggioranza che avrebbe garantita nell’unica Camera, potrebbe compiere con voto di fiducia”.
“E se il primo partito fosse il Pd, quanto ai temi antropologici, le forzature potrebbero riguardare l’utero in affitto, il commercio degli elementi procreativi, l’eutanasia, la liberalizzazione dell’aborto, l’educazione gender nelle scuole, la liberalizzazione della droga”.