Mauritania. Mouknass: “Rapitori arrestati”, ma di Cicala nessuna traccia
23 Marzo 2010
di redazione
L’ultimatum che i rapitori dell’italiano Sergio Cicala e di sua moglie hanno lanciato è tutto "da verificare". Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini intervenendo alla Farnesina a margine di un intervento sulla Mauritania. I miliziani di al-Qaeda infatti, avrebbero fissato la scadenza per giovedì, chiedendo anche la scarcerazione di alcuni prigionieri del gruppo al Qaeda nel Maghreb Islamico (Aquim).
"Sono ultimatum che dobbiamo verificare – ha comunicato Frattini –. C’è una intensa attività di azione e prevenzione antiterrorismo. Collaboriamo anche con il Mali. Tutte le ricerche sono state avviate da tempo, ma la regola è che non si parla di operazioni in corso".
Cicala, 65 anni, e la moglie Filomena Kabouree, 39 anni, originaria del Burkina Faso, sono stati sequestrati tre mesi fa al confine con il Mali. Il veicolo sul quale viaggiavano è stato ritrovato nella Mauritania orientale, al confine con il Mali, in una zona dove operano gruppi legati ad al Qaeda. La macchina è stata abbandonata, ed è stata ritrovata con la carrozzeria crivellata dai colpi di mitragliatrice.
Eppure, partecipando all’incontro alla Farnesina, il ministro degli Esteri mauritano Naha Ould Mouknass ha detto che "gli esecutori di questa operazione sono già stati arrestati dalle forze di sicurezza e pagheranno un alto prezzo per un atto contrario ai principi di accoglienza del nostro Paese". Ma di Cicala e della moglie nessuna traccia.
Il mese scorso, al Qaeda nel Maghreb islamico ha diffuso un messaggio in cui Cicala chiedeva aiuto al premier Silvio Berlusconi e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.