Mauro, Italia resta in Afghanistan e La Rosa “eroe”. Ma la Camera è vuota
12 Giugno 2013
di redazione
Il ministro della Difesa, Mario Mauro, non cede il fianco a chi chiede di accelerare il ritiro. L’Italia resta in Afghanistan e il maggiore Giuseppe La Rosa "si è comportato da eroe, sacrificando la propria vita per salvare quella dei suoi compagni”. Ma il ministro parla davanti a una Camera dei Deputati semivuota. Intanto, spunta il nome dell’attentatore che sabato scorso ha lanciato una granata nel Lince italiano, tale Walick Amad, 20 anni, riconosciuto da almeno due militari italiani. Smentita quindi l’ipotesi che era circolata sul bambino undicenne che aveva tirato la bomba contro i militari italiani. "E’ stato un atto terroristico, accuratamente preparato, che ha goduto della complicità di alcuni civili presenti sul posto e, forse, di un poliziotto", spiega il ministro. "Nonostante la validità delle procedure operative eseguite, dei mezzi e degli equipaggiamenti utilizzati, non è possibile azzerare completamente i rischi per i nostri militari". Intervenendo alla Camera, Mauro ha spiegato che "l’intendimento del governo italiano" è quello di "proseguire la missione Isaf, il cui obiettivo ultimo è ormai prossimo, concludendola secondo i termini stabiliti nel 2014", sulla base della roadmap fissata dalla Nato e della exit strategy americana. Questo significa che una parte del nostro contingente resterà comunque in Afghanistan con funzioni di assistenza e addestramento delle forze locali. Pochi i parlamentari presenti alla Camera durante le dichiarazioni rese dal Ministro, "A chi dovrebbe guardare la politica se non a un uomo come Giuseppe?", si chiede Mauro, aggiungendo: "Provo un’amarezza profonda, a fronte di quello che è accaduto, nel vedere quest’aula vuota".