McCain deve giocarsi il tutto per tutto parlando di economia

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McCain deve giocarsi il tutto per tutto parlando di economia

14 Ottobre 2008

“Barack Obama sta già prendendo le misure delle tende per la Casa Bianca”. Arranca nei sondaggi, in molti lo danno già per spacciato, ma John McCain non ha perso il gusto per la battuta. Il senatore dell’Arizona ha provato a ravvivare i suoi supporter, piuttosto scoraggiati, parlando ieri in Virginia, uno dei “battleground State” dove il candidato repubblicano si gioca molte chance per la vittoria finale. In quest’ultima fase di campagna elettorale, il clima tra i suoi supporter si è fatto teso, con segni evidenti di nervosismo. Il più clamoroso è avvenuto la settimana scorsa, quando John McCain ha dovuto prendere le difese del suo avversario, beccandosi pure i fischi dagli spalti. Un’agguerrita sostenitrice del GOP prendendo la parola ad un incontro con McCain ha esordito definendo Obama “un arabo”. Il veterano le ha letteralmente tolto il microfono dalle mani e con il volto tirato l’ha redarguita: “No, signora. Barack Obama è un buon padre di famiglia”.

Le prospettive non sono rosee. McCain, però, non ci sta a gettare la spugna. Sempre ieri, il veterano del Vietnam ha dichiarato: “Mancano ancora 22 giorni, i grandi media hanno deciso che siamo fuori dalla corsa. Obama sta già decidendo con Nancy Pelosi di alzare le tasse e di concedere la sconfitta in Iraq”. “Ma – ha avvertito – si sono dimenticati una cosa: siete voi che dovete decidere”. Poi, ha pigiato sul tasto del patriottismo, richiamando la sua storia, le sue qualità da Commander-in-Chief: “Ciò di cui ora l’America ha bisogno è un combattente, uno che metta tutte le carte in tavola”. Eppure, si fa sempre più netta la sensazione che né le battute (per quanto taglienti) né il richiamo alle sue doti personali (per quanto indiscusse) basteranno a sovvertire i pronostici. Né, a giudicare dai sondaggi, ha funzionato il riferimento insistito alle “relazioni pericolose” di Obama con il radicale Ayers e con il reverendo politicamente scorretto Wright. Anche Sarah Palin, che in queste ultime ore ha attaccato con forza Obama sul tema dell’aborto, appare depotenziata dopo che l’inchiesta parlamentare sul “troopergate” in Alaska l’ha dichiarata colpevole di abuso di potere.

Per restare in pista, McCain dovrà inventarsi qualcosa già per domani quando all’“Hofstra University” di New York, si confronterà con Obama nel terzo ed ultimo dibattito prima dell’Election day. Il giorno dopo, per la serie “operazione simpatia”, il vecchio John sarà ospite del “David Letterman Show”. Ma cosa deve fare McCain per cambiare un destino che sembra già segnato? Secondo Newt Gingrich, ex Speaker repubblicano della Camera, “o McCain convince sull’economia oppure ha perso le elezioni. Quando tutti sono così preoccupati delle condizioni economiche e tu non parli di economia, sei destinato a perdere”. Concorda John Weawer, già consigliere di McCain, che, intervistato da “The Politico.com”, avverte: “E’ difficile che qualcuno possa pensare ad altro quando l’indice Dow Jones perde 500 punti al giorno”. Insomma, per dirla alla Bill Clinton: “It’s the economy, stupid”. E così il soldato McCain, zavorrato dalla pesante eredità di Bush, dovrà tentare il tutto per tutto sul terreno a lui meno congeniale.